Patrizio Oliva e Peppe Zarbo in una foto di repertorio
Patrizio Oliva e Peppe Zarbo in una foto di repertorio

Patrizio Oliva: i nostri ragazzi, cittadini migliori grazie allo sport

Un nuovo ospite del Premio Internazionale Donnafugata, il campione Patrizio Oliva. Un pugile amico, così potrebbe essere definito, per via dell’affetto, della comprensione e attenzione, che regala ai giovani. Un uomo che ha creduto fortemente nei suoi sogni e li ha realizzati tutti.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Patrizio Oliva. Presto prenderai parte alla quarta edizione del Premio Internazionale Donnafugata. Cosa puoi dirci a riguardo?
È sempre piacevole ricevere dei premi a conclusione di una carriera brillante e lo stesso vale con il passare degli anni. Segno che ho lasciato qualcosa di buono nel cuore delle persone.

Una valida occasione, questo frangente, per ritrovare Peppe Zarbo, direttore artistico del Premio, con cui anni fa hai realizzato alcune scene per la serie Un Posto al Sole…
Esattamente! (Ride) Con Peppe siamo amici da più di trent’anni, ormai. All’epoca abbiamo realizzato delle puntate ambientate proprio nella mia palestra per via del fatto che il suo personaggio, Franco, era diventato allenatore.

Se di Sicilia si parla, quali emozioni sono legate a questa terra?
Ho tanti amici in questa bellissima terra! Molti li ho conosciuti negli anni in cui sono stato in Sicilia in vacanza e ricordo con piacere anche alcuni ragazzi che ho portato con me agli europei.

Ho avuto il piacere di presenziare ad una serata dedicata a Massimo Troisi e in quell’occasione hai parlato di ciò che hai realizzato per i giovani, affinché il loro futuro possa avere una reale strada a cui affacciarsi…
Insieme al mio socio, Diego Occhiuzzi, abbiamo aperto una palestra, “Milleculure”, ispirata ad un’amatissima canzone di Pino Daniele. Un progetto che nel tempo si è ingrandito, dopo aver acquisito un altro locale vicino, ed ora abbiamo tremila metri di spazio in cui si effettuano varie discipline, dal fitness e tutto ciò che comporta, alla danza artistica e qualsiasi altro sport. I bambini appartenenti a famiglie bisognose non pagano. Siamo interessati al fatto che crescano con dei valori giusti, quelli dello sport, capaci di renderli persone migliori.

Patrizio Oliva quindi una spinta ulteriore a lottare, a non mollare mai…

Esattamente! Nessuno gli regala niente, bisogna faticare. Il ‘successo’ non è nei social, nel loro farsi abbagliare…

Quindi è questo il corretto messaggio da lanciare ai giovani affinché possano seguire una retta via?
Bisogna far capire loro che ciò che si ottiene nella vita va appreso con il sacrificio, con le proprie forze, attuando anche un gioco di squadra. Ho imparato sulla mia pelle cosa voglia dire farcela. Per allenarmi facevo non so quanti chilometri a piedi perché non avevo nemmeno i soldi per il biglietto dell’autobus. Il raggiungimento del successo ha una sua strada, cosa che i social non mostrano. Gli amici non sono nei 5000 contatti fittizi da raggiungere sulle varie piattaforme. Di concreto cosa c’è? Nulla! Lo sport è bello perché il tuo amico lo hai al tuo fianco o di fronte a te. Lo tocchi, è qualcosa di concreto. Questo devono capire i nostri ragazzi, senza ostentazione alcuna.

Aggregazione, bellezza, inclusione…
Un modo per abbattere anche la timidezza. Quanti ragazzi sono arrivati da me chiusi, riservati, e lo sport, specie quelli da combattimento li hanno aiutati a potersi sbloccare. I miei sogni sono stati realizzati dopo averli sognati da bambino. È così che sono diventato campione del mondo, credendo soltanto in me stesso.

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