“SelfieMania”, ideato dall’attrice Elisabetta Pellini arriva nelle sale in questo mese di ottobre 2021.
Il film, composto da quattro episodi, è diretto dalla stessa Elisabetta, nel suo esordio alla regia, e da Francesco Colangelo, Elly Senger-Weiss, Willem Zaeyen, ed è già stato presentato ad alcuni importanti festival.
Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo a Elisabetta Pellini. Come stai?
Buongiorno, Gazzetta dello spettacolo! Sto bene e sono felice perché il 7 ottobre uscirà il film a episodi, “SelfieMania“, che nasce da una mia idea ed è, tra l’altro, il mio esordio alla regia. Mia, difatti, è la firma dell’ultimo episodio dal titolo, “L’Amore nonostante tutto”. Tengo molto a questo progetto, che mi auguro possa riportare la gente al cinema. Come dice la protagonista del mio episodio, Madame Letizià, interpretata da Milena Vukotic, “il cinema va guardato sul grande schermo”.
“SelfieMania”, questo 7 ottobre, approderà al cinema, appunto. Raccontaci di come ha avuto vita questo tuo, attualissimo, progetto?
È un film a episodi, come si realizzavano negli anni ‘70. Un genere obsoleto, al giorno d’oggi. “SelfieMania”, vi dirò, si potrebbe definire una commedia agrodolce. Ho voluto dare voce a registi giovani, trattando la Mania dei Selfie a livello internazionale, perché penso che sia diventato l’ottavo vizio capitale. Una mania, quella di cui parliamo, che causa incidenti, morti, incomprensioni personali ed affettive, a livello internazionale! Gli episodi sono stati girati a Tula (Russia), a Lech (Austria), Los Angeles (USA) e Sicilia (Santo Stefano di Camastra). Ho proposto questo soggetto a Claudio Bucci, produttore della Stemo, dopo aver preso alcune informazioni su come i selfie fossero realizzati soprattutto da persone che hanno grandi problemi di autostima. Mi auguro che le persone che lo vedranno possano riflettere su tutto ciò con maggiore attenzione.
“SelfieMania”, rappresenta per te un duplice esordio, sia come autrice che come regista. Quali sono le tue sensazioni a riguardo?
Ho co-sceneggiato, “L’Amore nonostante tutto”, insieme ad un caro amico, Giancarlo Scarchilli. Inoltre, ho avuto una squadra forte, coesa, intorno a me, costituita anche da Blasco Giurato, Giovanni Dentici e Beppe Mangano, rispettivamente direttore della fotografia, aiuto regista e scenografo. Il montaggio è opera di Ugo De Rossi, abilissimo nel suo mestiere, mentre le musiche sono del maestro Savio Riccardi. La locandina, non ultima, è ad opera di Marco Lodola. Con immenso piacere, ho diretto attori del calibro di Milena Vukotic, con cui è nata una bellissima amicizia, Andrea Roncato e Bianca Nappi. La Sicilia, in particolar modo Santo Stefano di Camastra, ci ha accolto benissimo. C’è tanto amore dietro e dentro questo mio episodio!
Pensi sia cambiato il modo di fare cinema negli ultimi anni?
Il cinema, purtroppo, ha subito un grande calo a causa della pandemia da Covid-19. Gli incassi sono bassi e le persone tendono a restare a casa. Mi auguro che il tutto possa risolversi presto. I treni e gli stadi sono pieni, mentre i cinema sono vuoti. La cultura ha bisogno di essere sostenuta, perché è emozione, è ricchezza e ci rende liberi di sognare.
Come nasce la tua passione per la recitazione?
Ho sempre amato i film, il cinema! Ne divoravo tre o quattro al giorno, vuoi per compagnia, vuoi perché mi portavano a sognare. A cinque anni studiavo danza classica, con fatica e determinazione. Era emozionante stare su di un palco con il tutù, mentre spiavo dal sipario il teatro che si riempiva di ospiti. Ho faticato tanto per realizzare questo sogno, dedicandogli tutta la mia vita.
La tua è una carriera costellata di importanti partecipazioni a fiction e film di successo. Vi è un ruolo a cui sei ancora particolarmente legata?
Sono legata a tutti i ruoli che ho interpretato, diversi e distanti da come sono realmente. Tra l’altro, sono legata anche al “dietro le quinte” di questi lavori, perché ti danno modo di conoscere persone, luoghi e culture diverse, dando vita ad amicizie importanti. I personaggi interpretati, a loro volta, sono diventati miei “amici“ e, ogni volta che finiva un progetto, era difficile dire loro addio.
Un ruolo che non hai ancora avuto modo di impersonare?
Mi piacerebbe poter avere un ruolo da protagonista, cimentandomi nella commedia. Penso sia più difficile far ridere che piangere. Amo le sfide, essendo una persona molto combattiva.
Chi è Elisabetta Pellini oggi?
Elisabetta è una donna che conserva dentro di se un mondo speciale. Un mondo che, a mio modo, definisco “LovEly“, ama Ely. Un contenitore immaginario, tutto mio, dove mi rifugio quando mi ritrovo in situazioni che non mi piacciono o mi fanno male. Un mondo leggero, libero, dove posso ritrovare serenità. Mi piace molto la natura, gli animali e viaggiare alla scoperta di nuove realtà. Sono curiosa. Evito tutto ciò che mi crea disagio, allontanando le persone che percepisco come negative. Ho un grandissimo amore per mia madre, Graziella Andina, che oltre ad essere una bellissima donna, è una grande Mamma. Si è totalmente dedicata alla famiglia, a noi figli. È una donna che ha dimostrato più volte di essere forte e che mi è sempre accanto, sostenendomi. Spero di poterla rendere sempre più orgogliosa!
Cosa prevede il tuo futuro artistico?
Ho appena terminato di girare due serie televisive: “Lea e i figli degli altri“, per la Rai, e “Fosca”, per Mediaset. Con Sergio Fabi abbiamo scritto una commedia, “Game Over”, acquistata dal produttore italiano Fabio Alimonti e attualmente in revisione e sceneggiatura da Enrico Vanzina. Presto avranno inizio le riprese. A breve, inoltre, prenderò parte ad un lungometraggio, “Dark Matter”. Si tratta di una co-produzione Italia-Olanda ed è diretto da Stefano Odoardi. Interpreterò una giornalista Rai.