Il Maestro Roberto Molinelli dirige Indimenticabile Whitney. Foto di Luigi Angelucci
Il Maestro Roberto Molinelli dirige Indimenticabile Whitney. Foto di Luigi Angelucci

Indimenticabile Whitney: tour in ricordo di Whitney Houston

Whitney Houston, cantautrice ed attrice americana, ci ha lasciato l’11 febbraio del 2012 a soli 49 anni. Una voce indimenticabile che resterà sempre nel nostro cuore.

A dieci anni dalla sua tragica scomparsa il maestro Roberto Molinelli, musicista e direttore d’orchestra (anche in più edizioni del Festival di Sanremo) ha composto gli arrangiamenti di “Indimenticabile Whitney”, il primo tour italiano di Belinda Davids: cinque speciali appuntamenti in cui la straordinaria voce originaria del Sud Africa, renderà omaggio alla straordinaria Whitney Houston.

Maestro Roberto Molinelli, benvenuto su “La Gazzetta dello Spettacolo”. Quando e come nasce la Sua passione per la musica e quando ha deciso di fare il direttore d’orchestra?

La mia passione per la musica nasce fin da ragazzino. Mio padre e mia madre mi comprarono una pianola Farfisa (oggi si chiamerebbe tastiera, mentre all’epoca il nome più accreditato era pianola), che ho iniziato a suonare dai sette anni in poi. La cosa interessante è che, parallelamente, oltre alla ricerca musicale di un bambino che cercava di fare i primi passi su una tastiera di un pianoforte, il mio interesse è stato da subito quello di scrivere: ho ancora a casa un quaderno di composizioni nel quale ci sono composizioni scritte dagli otto anni in poi. Le chiamo composizioni, ma chiaramente erano degli esperimenti di un giovanissimo che già si cimentava nella scrittura musicale. Sono molto legato a questi ricordi. La mia formazione è stata classica: sono entrato in conservatorio, ho studiato e mi sono diplomato in viola. Oltre alla formazione classica, ho avuto l’interesse a trecentosessanta gradi di guardare che musica si facesse anche negli altri generi musicali e non solo in quello classico.

All’epoca, noi che avevamo questa visione ampliata della musica eravamo un po’ dei pionieri perché non era come oggi che in conservatorio si può studiare basso, tastiere, canto, pop, rock, jazz, hip hop con fior di insegnanti.

Il conservatorio era legato solo alla musica classica e chi aveva una visione più ampia era guardato un po’ di sottocchio solo dagli insegnanti, per cui eravamo un po’ come dei carbonari all’interno del conservatorio. I miti con i quali sono cresciuto, oltre naturalmente a Bach, Beethoven, Brahms, Vivaldi e tutti gli autori della musica classica, sono stati i Genesis, i Pink Floyd, i Led Zeppelin e alla musica prog rock, quindi Emerson, Lake & Palmer, mentre in Italia c’erano gli Area e la PFM. La mia visione è sempre stata a trecentosessanta gradi. Poi naturalmente questo mi ha portato subito a scrivere degli arrangiamenti. La prima cosa che facemmo tra noi amici del conservatorio fu mettere in piedi un orchestra sinfonica e, per me, arrangiare alcune canzoni dei Genesis in un grandissimo spettacolo.

Poi venne la collaborazione con Lucio Dalla per il quale ho arrangiato gli archi, a cominciare da fine anni Ottanta, primissimi anni Novanta, con il tour Dalla/Granarolo, dove Lucio, che era reduce dal grandissimo tour Dalla-Morandi, faceva 50 mila – 70 mila spettatori a sera. Ho bellissimi ricordi di lui, un grandissimo innovatore e autore di canzoni. Per me lavorare con lui è stato molto arricchente. Poi nel 1995 è arrivato l’incontro con Andrea Bocelli per cui ho arrangiato “Con te partirò”, “Canto della terra” e altri brani. Bocelli è un grandissimo artista che rappresenta al meglio l’Italia in tutto il mondo. Da lì in poi, arriviamo ai giorni nostri con tutte le collaborazioni che successivamente ci sono state.

Perché dedicare una serie di appuntamenti alla grande Whitney Houston: una grandissima ma anche un’icona – talvolta – dimenticata presto. 

Perché naturalmente e giustamente è stata etichettata come “The Voice”, una delle più grandi cantanti che ci sono state nella storia, dal mio punto di vista la più talentuosa vocalmente, ispiratrice di tanti altri cantanti americani e internazionali che hanno cercato di eguagliare questo suo genere, questi suoi virtuosismi vocali.

Belinda Davids, ci racconti perché la scelta di questa grande artista per interpretare le canzoni di Whitney. 

Abbiamo appena fatto un tour con Belinda Davids che oggi nel mondo è l’interprete di Whitney Houston più accreditata in assoluto. È una grandissima cantante con quattro ottave di estensione e con la capacità vocale di rendere la voce con la stessa emozione e con la stessa espressività di uno strumento musicale. A tutti i concerti abbiamo avuto pienone e standing ovation per Belinda.

Quindi non credo che Whitney sia un mito dimenticato. Sicuramente oggi vanno di moda altri generi e altri tipi di vocalità che, a differenza di Whitney Houston, sono un po’ più inclini al rap, ad altri modi di cantare, meno melodico. Sono mode che, come in tutti gli altri campi della vita, prendono piede nella produzione musicale, poi vanno, vengono e tornano. Il bel canto, cioè il modo di cantare in maniera così bella e melodico alla Whitney Houston, sicuramente non tramonterà mai. Testimoni sono appunto questi concerti che abbiamo fatto. Conosco Belinda da tanti anni, internazionalmente abbiamo sempre lavorato insieme. Per la prima volta l’ho portata in Italia e sono molto felice di questo e devo dire che tutti si sono commossi nel riascoltare le canzoni di Whitney Huston.

Ho sempre visto il pubblico piangere quando Belinda interpretava “I Will Always Love You”, perché Belinda da una carica a questa canzone eguagliando se non, permettetemi, anche superando l’originale. Belinda è davvero una grandissima interprete e sicuramente è l’“emula” più accreditata di Whitney Houston e più internazionalmente attiva (Belinda fa tournée in tutto il mondo). Credo che questo ci insegni che in tutte le parti del mondo c’è voglia di grandi canzoni come quelle di Whitney Houston, ma anche di grandi interpreti come quella di Belinda. Abbiamo fatto anche un Christmas Album nel quale lei interpreta a suo modo dei grandi classici natalizi. In più Belinda è autrice di canzoni e sta anche preparando un progetto suo originale con dei suoi inediti, per cui è attiva non solo come interprete, ma anche per altri progetti.

Su Sara Morandi

Insegnante per vocazione, giornalista per passione. Amo il teatro perché incarna le emozioni viventi delle nostre anime. Ho sempre scritto di spettacolo e questo mi ha reso felice e mi rende tuttora. Divoro libri e il mio sogno sarebbe quello di scrivere un romanzo.

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