musica al parco 2015

Grande successo per la 5 edizione di Musica al Parco al Teatro Gesualdo di Avellino

musica al parco 2015

L’offerta estiva dei teatri ha avuto in questi anni un vero incremento, con il nascere di numerose rassegne teatrali ed eventi collaterali, divenute spesso un appuntamento annuale. Il binomio teatro-cultura sembra finalmente essere stato assorbito dagli italiani, in particolar modo in questo ultimo decennio, nonostante la crisi economica e la crisi dei fondi per il teatro, perché ci sono a sostegno delle attività dei teatri numerose associazioni culturali che si fanno in quattro per poter offrire un programma di alta qualità nel periodo estivo.

Una di queste è l’associazione I senza tempo che per il Teatro Carlo Gesualdo di Avellino curano la rassegna estiva che si chiama ‘Musica al Parco’, con l’offerta di concerti musicali, giunta alla sua quinta edizione. La rassegna di musica jazz con direttore artistico Luciano Moscati, ha portato ad Avellino nomi celebri come DeeDee Bridgewater, After Hours, Omar Sosa, e per l’edizione 2015 si sono alternati sul retropalco del teatro: Fabio Concato, Chihiro Yamanaka, Robert Glasper, Dominic Miller.
Abbiamo posto qualche domanda al direttore artistico Luciano Moscati per comprendere le difficoltà o le finalità della loro attività.

Dal 2011 ad oggi com’è cambiato il modo di recepire questi spettacoli da parte del pubblico?
L’interesse è andato crescendo, di questo siamo ampiamente soddisfatti, abbiamo cominciato tra mille difficoltà e ci navighiamo tutt’ora visto gli scarsi budget economici, però tutto sommato siamo contenti abbiamo con un pubblico più ridotto ma quest’ anno siamo riusciti ad avere unicamente sold out in ogni serata.

Queste rassegne estive sono linfa vitale per il Teatro Gesualdo di Avellino?
Sicuramente linfa vitale da un punto di vista di immagine, perchè gli artisti che portiamo sono artisti stranieri importanti , che hanno frequentato e frequentano le vaie rassegne italiane tipo Umbria Jazz. E’stata una scelta difficile, perchè una cosa è fare la direzione artistica di festival Jazz vero e proprio, una cosa è fare la direzione artistica di un teatro dove c’è un pubblico un po’ più variegato e quindi bisogna anche considerare anche i gusti a 360°. Un po’ alla volta stiamo arrivando a raffinare i gusti anche chi da parte del jazz magari non lo amava, e tutto sommato sta incominciando ad avvicinarsi a questo genere di musica che pratichiamo.

Qual è il criterio di fondo per il cartellone estivo: offerta culturale o ricerca di pubblico?
Innanzitutto l’obbiettivo è quello dell’offerta culturale ed è chiaro che le due cosa vanno conciliate perchè uno può fare una bella offerta , ma se non c’è pubblico rimare solo un offerta e basta, quindi bisogna contemperare queste due esigenze che apparentemente sembrano contrapposte ma in realtà alla fine combaciano. Sicuramente l’offerta culturale è nei nostri obbiettivi, facciamo questa rassegna come direzione artistica e organizzazione unicamente per il piacere di farla, cioè gratis et amore dei , lo facciamo per passione, perché siamo un’associazione che da 15 anni fa jazz su Avellino, portando nomi internazionali, facendolo con passione, non per guadagno, anzi, talvolta ci rimettiamo. E’ una rassegna probabilmente più conosciuta fuori dai confini regionali che su Avellino stessa.

Per quest’anno gli appuntamenti musicali sono stati 4, negli anni passati il numero è stato più corposo. A cosa è dovuto questa riduzione? La crisi economica ha posto qualche limitazione alla volontà dell’offerta?
Sicuramente il budget che noi abbiamo a disposizione è da buona festa di piazza, facendo degli autentici salti mortali grazie alla nostra associazione che riesce a portare artisti nonostante i budget risicati. Quest’anno abbiamo avuto a disposizione un budget più limitato, ma siamo riusciti a portare artisti come Fabio Concato, Chihiro Yamanaka, Robert Glasper, Dominic Miller, facciamo degli autentici miracoli. Abbiamo ridotto le serate sperando che nei prossimi anni il budget possa aumentare permettendoci di porsi ad un livello medio di una normale città. Le soddisfazioni ci sono, infatti siamo orgogliosi di essere stati inclusi dal Ministero con la nostra manifestazione Musica al parco , per il secondo anno consecutivo nell’elenco dei maggiori festival d’Italia.

Pensa che il Teatro stia arrancando tra fondi sempre più esigui e l’obbligo di rivolgersi a sponsor privati? Ad Avellino quale realtà c’è?
Ad Avellino realtà culturali ce ne sono, abbiamo il teatro, un Conservatorio di tutto rispetto, abbiamo anche diverse associazioni che fanno cultura in maniera interessante, è chiaro che con il problema dei tagli alla cultura, ritengo che la situazione sia nettamente peggiorata, non capendo che la cultura è anche lavoro, economia che gira.

Come vede il futuro della cultura e del teatro in Italia?
Lo vedo con un grande punto interrogativo, in generale è tutto un punto interrogativo in questo momento. E’ chiaro che tutti abbiamo una grande speranza che le cose si possano riprendere, però se l’andazzo è questo, credo che ancora per un po’ di anni la cultura soffrirà, soprattutto in alcune zone d’Italia . Il discorso è un po’ a macchia di leopardo, perché abbiamo delle regioni che sono avanzate e parlo anche di regioni meridionali come la Puglia, dove mi reco per lavoro e vedo un entusiasmo, una curiosità, che è sinonimo di cultura, da parte della gente che in altre regioni non vedo.

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