Babel, la recensione

Babel. In Marocco due adolescenti nel mezzo del deserto provano un fucile che il padre ha dato loro per tenere lontano gli sciacalli dalle capre, ma la pallottola purtroppo colpisce una turista in un bus. La coppia aveva lasciato a San Diego e i figli che erano affidati ad una tata Messicana, che non può assolutamente mancare al matrimonio del figlio.

Mentre in Giappone una ragazza sordomuta  vive il disagio di una vita difficile.  Babel um film di una certa sensibilità umana, che forse a tratti diventa retorico ma con problemi che spaziano tra una vita di una ragazza sordomuta che ha difficoltà d’insersi nella società di oggi.

Un Brad Pitt diverso dal solito che all’improvviso si ritrova a fare l’eroe per salvare la moglie da una pallottola arrivata per sbaglio di due ragazzini che provavano il fucile per capire a che distnza potesse colpire. Un film del 2005 diretto da Alejandro Gonzalez inarritu, quando la storia sembra raggiungere un percorso positivo si trascina sul banale.

Un film che forse merita non più di tre stelle perché la sceneggiatura tratti sembra accademica. Mi domando forse è un film forzato o falso?

A voi la risposta.

 

 

Su Giuseppe Borsella

http://plus.google.com/+LagazzettadellospettacoloIt/

Lascia un commento