Elena Starace: ho ricevuto ed imparato tanto

Elena Starace: ho ricevuto ed imparato tanto

Intervista all’attrice campana Elena Starace, volto noto di fiction TV italiane, che sbarca nel cast di “Mare Fuori”.

Elena Starace sarà presto nuovamente in teatro e in televisione, oltre a poterla vedere, al momento, nella serie di successo “Mare Fuori”, con il suo meritato approdo nella quinta stagione in un ruolo finalmente maturo e tanto desiderato. Vi lasciamo a questa nostra intervista, alla genuinità di Elena…

L’intervista ad Elena Starace

Bentornata sul quotidiano “La Gazzetta dello Spettacolo”, Elena Starace. Un percorso intriso di belle emozioni il tuo, da “Gomorra – La serie” a “Un Posto al Sole”, per poi approdare a “Mare Fuori”. Cosa ti ha regalato quest’ultima esperienza e che ricordo porterai con te di questa quinta stagione?
Il ricordo di una prima volta, ovvero un primo personaggio da adulta, da donna, non più ragazza o ragazzina. Lo avevo già sperimentato col ruolo di Alvia Valletta ne “I bastardi di Pizzofalcone” ma Alvia, a differenza di zia Caterina, ha reazioni istintive, irrazionali, lontane da qualsivoglia pensiero maturo e quelle reazioni la conducono ad azioni crudeli e autodistruttive. Zia Caterina è più pacata, più attenta, più sottile. Si muove in un gioco di cui sta imparando le regole, con cautela e dubbio.

Un progetto amatissimo “Mare Fuori”, un cast ben coeso, e tanti nuovi ingressi insieme al tuo stesso personaggio. Come sei stata accolta dalle ‘vecchie leve’ e chi di loro porterai particolarmente nel cuore?
Tra gli attori storici della serie ho avuto il piacere di girare con Pia Lanciotti e Agostino Chiummariello. Da entrambi c’è solo da osservare, studiare e imparare il più possibile. Sul Set, poi, con mia grande gioia, ho ritrovato Carmen Pommella, grazie alla quale, all’età di quattordici anni, ho mosso i primi passi nella dimensione teatrale. Da lei, con lei, ho imparato tanto. Ero una bambina e, più che capire davvero, assorbivo. Molte cose, col tempo, sono diventate chiare. Carmen ha piantato dei semi che, anni dopo, mi ritrovo nel cuore come fiori.

Torniamo agli ‘inizi’, a “Gomorra – La serie”, ai tanti progetti made in Campania, come “I bastardi di Pizzofalcone 3” e “Un Posto al Sole”, la soap per eccellenza. Cosa ti hanno lasciato addosso e quanta emozione c’è nel poter lavorare nella tua città di origine, Napoli?
Lavorare a Napoli è un dono per me. Lo è davvero! A Napoli la mia anima entra in risonanza con tutto ciò in cui sono immersa. Napoli mi cura, tutte le volte. Se mi connetto sulla sua frequenza, sto subito meglio. È sempre stato così.

Elena Starace

Quanta strada hai dovuto fare per arrivare fino a qui, quanta fatica per realizzare questo sogno?
La recitazione è un lavoro, è un mestiere. Per apprenderlo bisogna studiare, praticare sopra ogni cosa, e non credo si arrivi mai da qualche parte. È una ricerca continua, un’evoluzione che spesso implica anche lunghi periodi di stasi in cui sembra che nulla si stia trasformando o stia accadendo. Sembra… Ad ogni modo, non ho mai avuto il sogno di ‘essere attrice’, l’ho solo fatto, come si fa il pane, come si suona uno strumento, come si cresce un bambino, all’inizio per istinto, per attrazione verso… e, mano a mano, impari il linguaggio, fino a che quel linguaggio diventa parte di te, diventa la tua lingua per esprimerti nel mondo e, in qualche modo, diventi anche quella cosa, più tutto il resto di te. Ma è un percorso lungo, che si intreccia sempre a numerose altre strade. So di non essere arrivata ancora da nessuna parte ma so anche di aver ricevuto tanto e aver imparato tanto.

Chi è oggi Elena Starace e cosa manca ancora al tuo vissuto artistico, quali ruoli?
Grazie per questa tua domanda. Mi piacerebbe far nascere così tanti personaggi. Nella mia testa ce ne sono tanti.

La tua idea di felicità, di ‘benessere’?
Togliere il superfluo. Giungere a uno stato di serenità interiore, di unità.

Cosa puoi anticiparci, nei limiti del possibile, sul tuo futuro artistico?
Credo che ci rivedremo presto in televisione e in teatro. Grazie per la vostra intervista e grazie a coloro che leggeranno. Un caro abbraccio.

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