Elena Sofia Ricci racconta Giulia Spizzichino: La farfalla impazzita

Elena Sofia Ricci racconta Giulia Spizzichino: La farfalla impazzita

Il coraggio e il dolore di Giulia Spizzichino, raccontati da Elena Sofia Ricci in “La farfalla impazzita”, a breve in onda su Rai 1.

Dopo il successo della proiezione speciale del 27 gennaio, organizzata da Alice nella città con oltre 700 studenti al Cinema Adriano di Roma, Elena Sofia Ricci torna a raccontare l’intensità del suo ruolo nel film per la TV “La farfalla impazzita”, in onda su Rai 1 il 29 gennaio. Il film ripercorre la storia di Giulia Spizzichino, ebrea romana sopravvissuta all’Olocausto e protagonista di una battaglia per la giustizia che ha segnato la sua esistenza.

Bentornata ad Elena Sofia Ricci sul quotidiano “La Gazzetta dello Spettacolo”. Per la quarta volta nella sua carriera, interpreta una donna realmente vissuta: quanto è stato complesso calarsi nella figura di Giulia Spizzichino?
Interpretare Giulia è stato profondamente difficile. Ho dato voce a donne straordinarie nella mia carriera, ma mai a una che avesse vissuto un dolore così lacerante. Giulia ha perso 26 familiari durante l’Olocausto e, anni dopo, anche il suo primogenito. Il suo dolore era così grande da imprigionarla, lasciandola congelata nel passato. Ho cercato di portare sullo schermo questa complessità, rispettando la sua storia e il suo immenso coraggio. È stata un’esperienza emotivamente devastante, ma necessaria.

Quali aspetti della vera Giulia ha voluto rappresentare?
Giulia era una donna forte, determinata, ma anche segnata da un “raggelamento” emotivo. Il figlio Marco la definiva una ‘donna alfa’, quasi maschile nella sua determinazione. Ho lavorato molto per restituire questa forza, ma anche la fragilità che portava dentro. Non è stato semplice, ma era fondamentale restituire l’onestà e la verità di questa figura.

Il 27 gennaio ha incontrato oltre 700 ragazzi grazie alla proiezione organizzata da Alice nella città. Qual è il valore di queste iniziative per le nuove generazioni?
Ringrazio tantissimo i direttori di “Alice nella Città” Fabia Bettini e Gianluca Giannelli per aver organizzato questo incontro che mi ha emozionato tantissimo. Parlare con loro, vedere il loro coinvolgimento, mi ha dato speranza. La memoria è un dovere, non solo per ricordare, ma per costruire un futuro migliore. Il cinema ha il potere unico di rendere accessibili storie come quella di Giulia, toccando il cuore delle persone. È essenziale che i giovani comprendano il passato per evitare che simili tragedie si ripetano.

Alice nella città - Elena Sofia Ricci presenta La farfalla impazzita
Alice nella città – Elena Sofia Ricci presenta La farfalla impazzita

La farfalla del titolo è spesso vista come un simbolo di rinascita. Per lei, cosa rappresenta?
La farfalla mi fa pensare a Giulia, una donna che, nonostante tutto, non ha mai smesso di battere le ali contro la luce del dolore, cercando giustizia. Nella mia vita, ho spesso avuto la sensazione di essere una farfalla impazzita, attratta da luci troppo forti. Ora, però, mi sento finalmente libera di volare, senza quella frenesia che mi tratteneva.

Qual è il messaggio che Elena Sofia Ricci spera arrivi al pubblico attraverso questo film?
Che ogni vita umana è sacra. Che il dolore di Giulia non deve essere dimenticato, perché è una lezione per tutti noi. La memoria è la nostra arma contro l’indifferenza, e spero che questo film possa contribuire a far riflettere su quanto sia importante rispettare la dignità e l’umanità di ogni individuo.

Ed è con “La farfalla impazzita”, che Elena Sofia Ricci ci regala un’interpretazione straordinaria, trasformando la memoria in arte e dimostrando, ancora una volta, il potere del cinema di raccontare storie che cambiano prospettive e cuori.

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