Jonas Reingold. Foto dal Web
Jonas Reingold. Foto dal Web

Jonas Reingold pubblica il suo Backstage Isolation

Uno dei bassisti più acclamati ed eclettici della scena prog rock mondiale, Jonas Reingold pubblica The Backstage “Isolation”, forse l’album più particolare della sua vita.

Jonas Reingold. Foto dal Web
Jonas Reingold. Foto dal Web

Il talentuoso musicista, che durante la sua brillante carriera ha suonato con The Flower Kings (il gruppo del quale da anni fa parte), The Tangent, Kaipa, Karmakanic, Agents of Mercy nonché con la prestigiosa Steve Hackett Band, ha deciso di realizzare Isolation (n.d.r. Isolamento) proprio nel periodo del lockdown per l’emergenza da Covid19. Il progetto Backstage Band, a dirla tutta, è venuto a Jonas insieme a Rob Townsend e Craig Blundell, rispettivamente fiatista e batterista della Steve Hackett Band, la scorsa primavera. Quando Jonas e compagni hanno realizzato che il tour statuniitense del celebre ex chitarrista dei Genesis sarebbe stato cancellato per la pandemia, hanno subito pensato di usare del materiale già composto e di scriverne altro per pubblicare un disco che testimoniasse la loro esperienza. Il tutto condito da una serie di ospiti davvero speciali a partire dal grande Steve Hackett in persona e continuando con Nick Beggs, Marco Minnemann, Pat Mastelotto, Roine Stolt, Luke Machin, Andy Tillison, Tom Brislin, Roger King, Lalle Larson ed altri. The Backstage – Isolation sta ottenendo ottimi consensi e sta dimostrando che il talento e la creatività di Jonas, Rob e Craig non conoscono limiti…nemmeno quelli imposti dal Covid19! (Photo Credits: Christine Lenk)

Jonas Reingold, sei dell’opinione che la difficile situazione creata dall’emergenza da Covid19 possa avere un qualche effetto sul tuo modo di suonare e più di tutto sul tuo songwriting?

No, non penso che questa situazione abbia influenzato il mio modo di suonare. Io suono come suono, non importa se fuori c’è il Coronavirus oppure no, ma ovviamente quello che la pandemia ha influenzato è stato il mio umore. Io sono stato molto depresso i giorni seguenti la cancellazione del tour di Steve Hackett di cui eravamo proprio nel mezzo. Siamo dovuti tornare a casa dagli Stati Uniti 3 o 4 settimane prima e non si è trattato soltanto di una perdita dal punto di vista finanziario ma anche di un periodo molto duro spiritualmente. A parte le prospettive per il futuro, questa situazione mi ha messo l’argento vivo addosso perchè ho dovuto pensare velocemente a comporre nuove canzoni per cercare di guadagnare dei soldi per tirare avanti. Così quando sono tornato a casa sono stato per due o più settimane impegnatissimo a comporre canzoni e a preparare tutto il necessario per l’uscita del nostro cd.

Qual è il pezzo del cd che preferisci e perchè?

E’ difficile per me dare una risposta a questa domanda ma se proprio devo citare un pezzo dire Stones and Pebbles, mi piace la struttura, mi piace la signature del tempo ovvero 11/8 che viene fuori molto naturale anche se è una metrica piuttosto complessa. Anche il modo di suonare di Tom (n.d.r. Brislin) qui è fantastico come anche la parte di sax di Rob (n.d.r. Townsend) nel mezzo quindi Some Skunk Blues perchè scorre via bene, ha un ritmo funky grandioso e un bell’assolo di chitarra.

Tu hai dichiarato che The Backstage Isolation è la prova che, anche in questo periodo terribile della pandemia qualcosa di positivo può sempre venir fuori. Credi che ascoltare questo album possa aiutare la gente a sentirsi più allegra?

Certo, mi auguro che le persone si sentano meglio ascoltando questo cd, sarebbe terribile se accadese l’opposto (ride). Io ho sempre cercato di realizzare dei prodotti che mi rendessero felice e che, si spera, avessero lo stesso effetto anche sul mondo intorno a me. Abbiamo lavorato a questo album con lo spirito di chi pensa che tutto dovesse essere divertente, spassoso, infatti se guardi i videos relativi che abbiamo girato, ti accorgi che c’è sempre un tocco ilare. Allo stesso modo abbiamo cercato di fare tutto con la massima sincerità, nel modo migliore in cui potevamo. E questa d’altronde è un qualcosa che facciamo sempre, non soltanto in questa occasione.

The Backstage Band ha realizzato anche dei video trailers che documentano la loro attività. Cosa puoi dirci al riguardo?

Ci siamo molto concentrati per realizzare questi videos e devo dire che è stato un gran divertimento. C’è stato addirittura un momento nel quale ci siamo concentrati più sui videos che sulla musica. Per me è stata un’esperienza grandiosa perchè non ho mai fatto così tanti videos, quindi immergendomici mi sono reso conto che quello è un mondo totalmente diverso. Devi imparare a tagliare i videos, imparare i programmi da usare ed essere creativo in modo differente. Rob è stato molto creativo, lui ha fatto i videos di tutti gli ospiti, tutte le parti animate con noi sotto forma di Lego in una specie di documentario che racconta la storia della band. E’ stata un’idea sua e penso che sia molto spassosa ed interessante. Quindi continueremo su questa linea e faremo molti più videos nel futuro anche perchè abbiamo notato che alla gente sono molto piaciuti.

Hai altri progetti musicali a parte The Backstage Isolation e la tua primaria band, The Flower Kings?

Ho avuto sempre molti progetti nella mente, ci sono tante cose alle quali sto lavorando, ad esempio sto scrivendo un album con un chitarrista svedese e questa è una cosa sulla quale stiamo lavorando da tempo. Vi farò sapere quando uscirà. Poi sto anche scrivendo del materiale per un nuovo album dei Karmakanic che dovrei cominciare a registrare il prossimo anno.

In particolare, come siete riusciti a coinvolgere Steve Hackett nella realizzazione del vostro cd?

Semplicemente glielo abbiamo chiesto. Gli abbiamo chiesto: ti piacerebbe essere una guest del nostro album? E lui ci ha risposto: certo, sicuro, mandatemi il vostro materiale. Non è stato affatto complicato, in compenso lui ha fatto un lavoro eccezionale in Covid Nights che chiude l’album. E’ stato magnifico lavorare insieme a lui.

Parliamo dei The Flower Kings. Dopo il successone dello scorso cd Waiting for Miracles, avete già pianificato la release di Islands il prossimo 30 ottobre. Cosa puoi anticiparci su questo nuovo cd?

I TFK hanno registrato un altro cd, un doppio album con circa 92 minuti di musica. Anche questo lo abbiamo fatto durante il lock down perchè tutti erano liberi, Roine Stolt (voce, chitarra della band) aveva del tempo a disposizione e anche gli altri ragazzi stavano in casa. Così questa volta abbiamo registrato separatamente mandandoci l’un l’altro dei files mentre almeno per gli ultimi 4 o 5 album ci eravamo sempre incontrati in studio e lì avevamo registrato, nella stessa stanza. Ma a causa del Coronavirus questa volta abbiamo dovuto registrare in un modo diverso ma ha funzionato perchè tutti abbiamo i nostri studi personali e possiamo lavorare anche così. Certo, è stato un po’ fastidioso mandarsi tutte queste emails con ognuno che aveva da dire qualcosa. Erano 5 persone che esprimono quello che vogliono fare, i fills, i grooves, le note, ma adesso questa è la strada da percorrere e non potevamo fare diversamente. Comunque il pubblico può aspettare un classico album dei TFK, con uno stile epico, brani sinfonici e suite. Possiamo quasi parlare di un lungo pezzo di musica epica che forma questo album. Il cd uscirà il 30 di ottobre e vedremo quale sarà il parere del pubblico e dei nostri fans.

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