Il venditore di medicine, la recensione

Il venditore di medicine è un film di Antonio Morabito con Claudio Santamaria, Isabella Ferrari, Evita Ciri, Marco Travaglio, Roberto De Francesco, Ignazio Oliva, Giorgio Gobbi.

La cronaca dello scandalo del comparaggio farmaceutico, riportata con drammatica periodicità dai media in Italia e nel mondo, con clamorose denunce di corruzione, inchieste, processi, è la materia di partenza dell’opera seconda di Antonio Morabito.

Una cronaca che coinvolge multinazionali del farmaco e la salute di milioni di persone, è l’ambiente del racconto quotidiano e personale del protagonista, Bruno (Claudio Santamaria).

Bruno fa l’informatore medico. Un professionista giovane, brillante, socialmente rispettabile. La sua azienda, la Zafer, come altre case farmaceutiche, si arrischia nel ‘comparaggio’: una pratica illegale per convincere i medici, tramite sistemi di varia corruzione, a prescrivere i suoi farmaci.

Quando la Zafer entra in un periodo di crisi, e iniziano a saltare posti di lavoro, Bruno sente minacciata la sua posizione e le sue sicurezze. Per sopravvivere in azienda, Bruno non esita a esasperare le pratiche di corruzione dei medici. E a ingannare i colleghi, tradire le persone a lui più vicine, e premeditare azioni pericolose.

In una corsa apparentemente inarrestabile, che metterà in gioco più di quanto Bruno possa credere.

Un racconto teso, compatto, che sullo sfondo di una trama di illegalità e una progressione thriller, fa trasparire un ritratto più ampio di un tempo di guerra silenziosa, in bilico tra ansia e spettro del fallimento. In cui sembra impossibile fermare una caduta volontaria.

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Redazione Giornalistica

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