Sabrina Martina

Sabrina Martina: vivo di opinioni forti, che amo esprimere nell’arte!

Sabrina Martina, classe 1999, è nata a Rho, in provincia di Milano ed è una talentuosa attrice.

Sabrina Martina

Abbiamo il piacere di incontrarla, questo ottobre, per parlare del suo personaggio ne Luce dei tuoi occhi, che si concluderà proprio mercoledì. Un curriculum ricco di esperienze, caratterizzato da tanti ruoli forti, importanti e complessi.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Sabrina Martina. Come stai?

Sto bene, grazie! Ogni periodo ha il suo perché, dipende da come lo si guarda.

Attualmente sei nel cast de “Luce dei tuoi occhi”. Che esperienza ha rappresentato per te?

È stata un’esperienza particolarissima, sotto tanti punti di vista. Mi sono ritrovata ad interpretare una ballerina, e per diciotto anni ho proprio seguito dei corsi di danza, per poi seguire anche danza contemporanea per quindici anni. Unire danza e recitazione, dunque, è stato bellissimo, davvero particolare. Ho avuto, tra l’altro, la fortuna di incontrare un gruppo pazzesco, molto unito. Nei mesi precedenti alle riprese, proprio per via della danza, abbiamo effettuato delle prove e, in quel periodo, abbiamo legato moltissimo, prima ancora che si verificasse la pandemia. Questo legame, fortunatamente, si è poi ricreato durante la lavorazione, da luglio in poi. Posso parlare di amicizia, di qualcosa di reale e forte, e ne sono davvero felice!

La serie, dunque, è stata realizzata al tempo del Covid-19. Che aria si respirava sul set?

Mi ritengo fortunata per il semplice fatto di aver potuto lavorare, di non aver subito alcuno stop. Le restrizioni, di certo, c’erano ed eravamo sempre sotto stretto controllo. Le mascherine erano presenti sul set, fatta eccezione per il momento del ciak, ovviamente. A grandi linee, ti dirò, siamo stati bene!

Hai preso parte a molte fiction importanti. C’è un personaggio, nello specifico, che ti è rimasto cucito addosso?

Sono molto legata al personaggio interpretato ne “La strada di casa”, Viola. Un set importante, a cui ho preso parte dopo gli studi, e che mi ha regalato tantissimo, proprio come se fossimo cresciute e quindi maturate insieme. Resto legata anche a Grazia de “Il silenzio dell’acqua”, una ragazza bipolare, di soli sedici anni. Un personaggio “veloce”, ma di forte impatto.

Quanto c’è di Sabrina in ogni personaggio interpretato?

Ogni personaggio, a mio parere, ha una sua personalità e carattere. Sarei ipocrita nel dirti che metto tutta me stessa in un determinato ruolo. Sono dell’idea che alcuni personaggi necessitano di mie sfumature caratteriali e fisiche, diversamente altri. La mia storia, il mio vivere, mi aiuta di certo in ciò che è insito in quel dato ruolo. Cerco di chiedere, di immedesimarmi il più possibile, ma il tutto dipende da chi è.

Sabrina Martina - BN

Il momento in cui hai percepito che il set poteva essere realmente la tua strada?

In realtà non ho mai desiderato voler diventare un’attrice. Volevo, piuttosto, diventare una traduttrice per i tribunali. Ho iniziato, per puro caso, un corso di recitazione, incontrando insegnanti pazzeschi, persone davvero sincere, che non mi hanno mai illusa su come potesse essere questo mondo. Durante questi corsi, seguiti a Roma e non nella mia Milano, ho percepito il mio reale e graduale interesse per la recitazione. Sono una persona riservata, selettiva. Il set è per me un punto fermo, un luogo in cui essere sempre a mio agio.

Chi è Sabrina e quali sogni desidera poter realizzare, in futuro?

Sabrina è una persona molto dinamica. Potrei parlarti di me per mesi interi, così come potremmo parlare di qualsiasi altra persona! Nel mio essere dinamica, ho opinioni forti, rispetto a tutto, che amo poter esprimere con l’arte, in qualsiasi sua forma e modo.

Come descriveresti il periodo che stai vivendo?

Vivo un periodo di cambiamento, di fermo, dopo aver realizzato “Nero a metà”. Una pausa, quella che vivo, utile per dedicarmi a me stessa, al cinema, al teatro, cose che non posso fare quando sono sul set. Sono al primo anno di magistrale, in psicologia. Riesco, quindi, a dedicarmi a questo nuovo capitolo della mia vita, a conoscere la materia, l’ambiente. Non ci sono, come dicevo all’inizio della nostra intervista, periodi buoni e periodi che lo sono meno, dipende da come si guarda il tutto.

Cosa prevede il tuo futuro artistico?

Siamo in fase di doppiaggio, per quanto riguarda “Nero a metà”. Andremo sempre su Rai1, per la terza stagione di seguito. Non posso anticiparvi altro al momento.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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