Mario Sgueglia. Foto Ufficio Stampa.
Mario Sgueglia. Foto Ufficio Stampa.

Mario Sgueglia, non fingo mai

Incontriamo Mario Sgueglia, il Luca di Rosy Abate

Non fingere mai, portare sempre con sé la parte più vera della sua anima fuori e dentro il set. Non fingere mai, non avere maschere, filtri, barriere che lo possano allontanare da ciò che è e che sarà in futuro. Questo è il motto di vita di Mario Sgueglia.

Il bello e profondo attore, in queste settimane, ricopre il ruolo di Luca nella serie TV di successo Rosy Abate. Un personaggio profondo, tutto da scoprire e analizzare nel corso degli episodi che avverranno.  La Gazzetta dello Spettacolo incontra così il protagonista maschile di una serie TV che sta riscuotendo consensi e favori ogni domenica.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Mario Sgueglia. Sei nella serie TV Rosy Abate. Come descriveresti il tuo personaggio?

Il mio personaggio è una persona molto misteriosa, molto silenziosa e schiva. Ho trovato molto interessante interpretare questo suo bisogno di silenzio, di non volersi conformare a ciò che ha intorno. Credo sia un aspetto del suo carattere vincente e che fa da nemesi al personaggio di Rosy. Il personaggio manifesta le sue emozioni come carne viva, mentre Luca cerca di reprimere tutto come una pentola a pressione sperando non esploda mai.

Cosa pensi che ti abbia regalato Luca?

Bella domanda. Ogni personaggio ci regala qualcosa se riusciamo a fare un bel lavoro. Quando reciti, alla fine te ne vai sempre con qualcosa in più. Luca mi ha lasciato più di una cosa, e spero di continuare con lui questo viaggio per un po’. Sicuramente mi ha regalato il ” fregarsene” di piacere o non piacere, di essere simpatico o antipatico. Luca se ne frega completamente. E’ un personaggio sensibile che però non cerca l’approvazione, non vuole fare il compito giusto.  Vuole fare ciò che è giusto e non gli interessa la forma ma la sostanza. Questo è stato un approfondimento che ho dovuto fare su di me per lui.

Cosa significa per te entrare in una serie TV come Rosy Abate che è stata voluta, attesa e cercata dai fan e dal pubblico?

Ho cercato di non pensare a questa cosa, altrimenti sarebbe stata una cosa da far tremare i polsi e non sarei riuscito a lavorare in maniera serena. Sotto pressione molto spesso si dà il meglio o il peggio di sè e la cosa importante è cercare di eliminare la pressione che ci può mettere in panico. Il panico è qualcosa che ci paralizza.

Mario con Giulia Michelini in una scena della serie Rosy Abate. Foto Ufficio Stampa.
Mario con Giulia Michelini in una scena della serie Rosy Abate. Foto Ufficio Stampa.

L’importante, per me, è stato essere consapevole di star facendo qualcosa di importante ma soprattutto essere consapevole che se sono stato messo in quella condizione di farlo,  è stato perchè potevo farlo. Sono stato aiutato in maniera serena ed esemplare da tutto il cast, dalla troupe, dai registi e da Giulia Michelini. Ho vissuto il set in modo tranquillo. Mi sono detto: Lo stai facendo per te. Devi vivere l’esperienza di quel personaggio, punto. Tu non esisti.

Come è stato lavorare con un’attrice come Giulia Michelini?

E’ stato veramente molto facile. Sai, quando lavori con persone con cui hai lo stesso linguaggio e la pensi nello stesso modo artisticamente, è tutto più facile. Lavorare con Giulia è stato facile. Ricordo che insieme facemmo vari provini ed è stato come se avessimo sempre lavorato insieme. Spero che anche lei la stessa cosa ma per quanto mi riguarda, è così.

Mario con Giulia Michelini in una scena della serie Rosy Abate. Foto Ufficio Stampa.
Mario con Giulia Michelini in una scena della serie Rosy Abate. Foto Ufficio Stampa.

Mario, come ti descriveresti come persona e come entra la recitazione nella tua vita?

Nella vita non recito e spero di non recitare nemmeno quando interpreto un personaggio. Il verbo recitare porta con se qualcosa di finto che non appartiene ne al mio modo di lavorare ne al mio modo di vivere. Cerco sempre di vivere un’esperienza da personaggio e nella vita uguale. Guarda, se c’è una fregatura, io sono il primo che la prende. Sono una persona ingenua, ho un’ingenuità senza senso. Non sono assolutamente in grado di usare dei meccanismi per recitare. Non lo so fare. Fingere è una cosa terribile.

Cosa auguri a Mario Sgueglia, la persona che sarai in futuro?

Ce ne sono tanti. Mi viene in mente una canzone di Bob Dylan che ascoltavo questa mattina e quindi uso quella: Forever Young.

Non mi interessa la giovinezza carnale a cui siamo interessati. Voglio conservare la giovinezza della mia anima. Molto spesso si arriva ad un’età matura e adulta con tanti blocchi, ferite e difese che non ci permettono di vedere cosa abbiamo davanti a noi. Io invece voglio fare un augurio a me stesso: lasciare che un bambino anche all’età di 80 anni possa insegnarmi ancora qualcosa. Voglio essere sempre interessato e curioso della vita.

Su Anna Chiara Delle Donne

Redattrice

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