Ebbanesis

Ebbanesis in concerto al Nostos

Arriva ad Aversa il concerto delle Ebbanesis

Sarà un dicembre ricco di appuntamenti quello del Nostos Teatro, che prevede tra gli eventi più attesi il concerto delle Ebbanesis.

Ebbanesis

Dopo l’apertura con lo spettacolo Caipirinha, Caipirinha! a novembre, la rassegna Approdi 2018 continua con un momento musicale, con le Ebbanesis e uno di formazione e di spettacolo con il candidato al Premio Ubu 2017 come migliore attore, Leonardo Capuano.

Ebbanesis

Sono il fenomeno dell’anno: con i loro video hanno raggiunto migliaia di persone e conquistato oltre 30.000 fan su Facebook. Due voci, Serena Pisa e Viviana Cangiano, si esibiscono insieme sabato 9 dicembre alle 21 al Nostos Teatro di Aversa.

EbbaneSiS presenta il concerto Serenvivity, da Serendipity (Serendipità), neologismo poco usato nella lingua italiana che indica “l’attitudine a fare scoperte fortunate ed impreviste; la capacità di cogliere ed interpretare correttamente un fatto rilevante che si presenti in modo inatteso e casuale”. Entrano a far parte del vasto repertorio del duo villanelle, canzoni della tradizione popolare, classiche del periodo d’oro, swing, macchiette e cafè chantant. Due voci che cantano fungendo l’una da strumento dell’altra, in totale armonia.

Gli altri eventi

Ancora a dicembre, doppio appuntamento con il laboratorio di Leonardo Capuano, candidato al Premio Ubu, tra i riconoscimenti più importanti di teatro in Italia. Dal 14 al 16 l’artista curerà il laboratorio dal titolo Il monologo: la recitazione, sul lavoro dell’attore su corpo, voce e motore interno. L’obiettivo è esplorare tutte le possibilità espressive dell’attore, la consapevolezza dell’azione che egli compie durante la recitazione, insieme agli elementi del lavoro fisico e vocale e alla funzione del testo. Alla tre-giorni di formazione, segue lo spettacolo Zero Spaccato, di e con Leonardo Capuano, in scena domenica 17 dicembre alle ore 19. Scrive l’autore nelle note di regia: ≪La vita alla fine della vita. Quando il corpo non è più.

E l’anima se ne va. Solo pochi istanti, per raccontare una vita. Non la propria, ma quella di un altro, di quel corpo che ti ha portato dentro. I ricordi, le paure, lo schifo, i calci in faccia, la volgarità, le risate, i pensieri. E, come se tutto potesse stare dentro i passi di un canto, ballare. Fino al crepuscolo, al momento in cui il giorno diventa notte: allora il ricordo non fa più male e, da lontano, senza più nulla dentro, vedere per l’ultima volta se stesso, come eri e come non sei più. Fino all’addio.

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