Avec le temps, Dalida

Avec le temps, Dalida, in scena a Roma

Dal prossimo 2 maggio, Avec le temps, Dalida

A tu per tu con Pino Ammendola che ci conduce nel mondo di Dalida. La cantante era di origini calabresi, il nonno Giuseppe Gigliotti emigrò da Serrastretta (Cz).

Avec le temps, Dalida

Avec le temps, Dalida è uno spettacolo letteralmente straordinario, scritto e diretto da Pino Ammendola. Dalida è stata la cantante più famosa di Francia, italiana di origini, (il nonno Giuseppe Gigliotti era di Serrastretta in provincia di Catanzaro), ha venduto più di 300 milioni di dischi in tutto il mondo.

Pino Ammendola, in maniera eccellente e con eleganza, accende i riflettori su questa icona della musica, troppo spesso dimenticata in Italia, con uno spettacolo intrigante e ricco di fascino. Lo spettacolo sarà in scena nuovamente il prossimo 2 maggio, nella sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica di Roma. Sul palco la talentuosa Maria Letizia Gorga, accompagnata da Laura Pierazzuoli al violoncello, Stefano De Meo al pianoforte e Marco Colonna al clarinetto. Siamo riusciti a raggiungere Pino che ha deciso di accettare una piacevole chiacchierata. Conosciamo meglio lo spettacolo “Avec le temps, Dalida”.

Pino Ammendola, grazie per questa piacevole chiacchierata, vuoi parlarmi di questo spettacolo su Dalida?

Tengo molto a questo spettacolo su Dalida, perché siamo stati i primi a recuperare questa straordinaria artista in anni in cui nessuno ne parlava. Quando ho cominciato a parlare di Dalida era un’artista dimentica. Dopo sono arrivati altri spettacoli, sia in televisione e sia al cinema. Parliamo di una cantante che ha venduto 300 milioni di dischi in tutto il mondo, che ha cantato in 16 lingue differenti. Dalida è stata un’artista italiana diventata famosa in Francia.

Com’è stato misurarsi con un personaggio di questo calibro?

Misurarsi con un personaggio di questo calibro non è stato facile. Sai Dalida ha avuto un successo straordinario, è considerata la cantante più famosa di Francia. Alla sua morte le è stata intitolata una piazza. Dalida è l’unica artista e l’unica donna ad avere avuto la medaglia della Presidenza della Repubblica, per il lustro che ha dato alla Nazione. In Italia invece è stata una che faceva canzonette. È stata una donna che ha sofferto moltissimo, molto amata come artista ma poco come donna. Dalida ha cambiato il gusto della canzone francese, è stata un’artista trasversale.

Cosa emerge nello spettacolo?

Nello spettacolo ho scelto la strada di non interpretare Dalida, ma di raccontare una sua fan, che da bambina portava in tasca una sua fotografia, e attraverso le canzoni e con la parola la racconta. Le canzoni sono frasi della sua vita. “Perdonatemi la vita mi è insopportabile”, questa fu l’ultima frase di Dalida prima di lasciare questo mondo.

Perché dovrebbe essere visto?

Il pubblico deve venire per due motivi. I fan di Dalida non possono perdere questa rievocazione amorosa, chi invece non conosce questo straordinario personaggio, deve venire a scoprire la sua storia.

I tuoi compagni di viaggio?

Sul palco c’è Maria Letizia Gorga, interprete straordinaria, accompagnata da tre grandi musicisti, Stefano De Meo al pianoforte, Laura Pierazzuoli al violoncello e Pasquale Laino ai clarinetti.

La prossima data?

La più importante sarà a il prossimo 2 maggio a Roma. Saremo in scena nella sala Petrassi dell’auditorium parco della musica. Lo facciamo il 2 maggio, perché il 3 maggio ricorrono i 30 anni della sua scomparsa. Un’artista calabrese da non perdere assolutamente.

Su Omar Falvo

Laurea in Filosofia e Storia presso l'Università della Calabria, giornalista pubblicista e Guida Ufficiale del Parco Nazionale della Sila. Consulente per diverse aziende nel settore turistico, alberghi e strutture ricettive. Particolare attenzione rivolta alla fiction.

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