Stefano De Clemente. Foto di Carmine Damiani
Stefano De Clemente. Foto di Carmine Damiani

Stefano De Clemente: si racconta il vincitore del Premio Troisi

Oggi incontriamo la comicità di Stefano De Clemente, napoletano che ci racconta della sua passione e della vittoria del Premio Massimo Troisi.

Stefano De Clemente. Foto di Carmine Damiani
Stefano De Clemente. Foto di Carmine Damiani

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo a Stefano De Clemente, quando e come ti accorgi di possedere doti di comicità?

Mi sono accorto di avere delle doti comiche a 30 anni, ero il simpatico della comitiva e un giorno mi sono detto “Perchè non provarci? La vita è una sola e non bisogna avere né rimpianti né rimorsi” così ho partecipato ad un Festival di Cabaret sfiorando la vittoria.

Vincitore del Premio Massimo Troisi. Cosa ha significato per te questo riconoscimento?

La vittoria del Premio Massimo Troisi è sicuramente, fino a questo momento, la gioia più bella della mia breve carriera artistica; è il risultato di tanti sacrifici fatti in pochi anni e la felicità di averlo meritato sul campo, con oltre cento comici provenienti da tutta Italia, mi ha donato una grande responsabilità in quanto la gente quando sente il nome del grande Massimo Troisi si aspetta sempre quel qualcosa in più.

Come nasce una gag comica?

Le gag nascono dall’osservazione curiosa e divertita della realtà. Assieme al mio autore, Francesco Burzo, scegliamo gli argomenti da trattare nei monologhi attraverso un’attenta analisi degli usi e costumi della società contemporanea e poi lui pensa a trasformarli in battute spiazzanti ma accessibili a qualsiasi tipo di pubblico, poiché entrambi crediamo fermamente nel fatto che la comicità debba rivolgersi a tutti.

Cosa pensi del momento attuale, post-covid, che vive il mondo dello spettacolo?

Il mondo dello spettacolo non è ancora riuscito a rialzarsi e le prospettive non sono delle migliori, non è solo l’artista che paga lo scotto della pandemia ma tutto il settore artistico.
Da buon ottimista dico semplicemente che “Adda passà a’nuttata”

Descrivi le emozioni che provi nel vedere il pubblico che si diverte, che ride alle tue battute.

Vedere il pubblico che ride alle nostre battute (dico nostre perchè è un gioco di squadra, sia di chi le scrive e sia di chi le mette in scena) sazia la mia anima e quella del mio autore, in più ci da una forza propulsiva per continuare a costruire e creare nuove battute in quanto il calore del pubblico, le risate, gli applausi ci danno una dimostrazione effettiva e tangibile che il lavoro svolto nel costruire una battuta, in modo meticoloso e non lasciando nulla al caso, è ripagato alla grande.

Cosa hai imparato dal tuo lavoro?

Non si smette mai di imparare! Spesso e volentieri ho la fortuna di condividere il palco con mostri sacri della comicità che amo osservare e studiare. Ogni giorno qualcuno più esperto può arricchirti artisticamente ma soprattutto umanamente, sta a me capire cosa può o non può servire per la mia crescita artistica. La mia fortuna, sicuramente, è anche quella di lavorare a stretto giro con artisti storici del cabaret napoletano da Marco Cristi ad Antonio D’Ausilio passando per Francesco Paolantoni, in quanto abbiamo lo stesso autore e questo per un giovane comico è la scuola più bella che ci sia.

Hai un motto che persegui?

Nulla è impossibile…basta volerlo.

In conclusione ti chiedo di condividere con i nostri lettori i tuoi prossimi progetti… ed anche i tuoi sogni da realizzare.

I miei prossimi progetti sono legati, purtroppo, al Covid e spero di poter ripartire quanto prima in modo da realizzarli, ho un grande desiderio… farmi conoscere in tutta Italia! Il sogno da realizzare è molto ambizioso, ma con il duro lavoro, la determinazione ma soprattuto con la mano del Signore tutto può succedere.

Su Silvana De Dominicis

Vice direttore di La Gazzetta dello Spettacolo, amante degli animali, la natura e la cucina veg. Umiltà e sensibilità sono nel contempo i miei pregi e difetti.

Lascia un commento