Sofia

Sofia: l’emozione più bella è legata al palco, al contatto con il pubblico

Incontriamo la giovane cantautrice toscana, Sofia. L’emozione più bella, ci dice, è legata al palco, al contatto con il pubblico. Ed è proprio a questo che, dopo tempo, aspira.

Sofia

Nelle sue parole, in questa nostra intervista, buona parte del suo vissuto, delle sue emozioni, che non tardiamo a svelarvi.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Sofia. Come procede il tuo vissuto?

Sono in un vortice di forti emozioni, felice di tutto ciò che accade di bello.

A cosa devi la tua passione per la musica, per il canto?

La musica ha segnato la mia infanzia, ogni mio singolo passo. Ho preso parte a molti concorsi, nel corso degli anni, sino alla finale di Castrocaro Terme. Il flauto traverso è lo strumento che ho scelto per questo mio percorso. Nel corso degli anni, ho avuto la fortuna di incrociare, lungo il mio cammino, Armando Mango, fratello del compianto Pino. Insieme abbiamo dato vita ad alcuni brani. Una persona a cui devo molto, che resterà sempre nei miei ricordi.

Al tuo nuovo singolo, “Non arrenderti mai”, è legato un lungo percorso personale, molto delicato e privato. Ti andrebbe di parlarcene?

La nascita del mio bimbo, alcuni anni fa, mi ha resa fragile, insicura. Vivevo, senza avere la forza di parlarne con nessuno, una depressione post parto. Un qualcosa che, se non affrontato con la giusta attenzione, ti porta ad emarginarti da tutto e da tutti. Conseguentemente, sono rimasta sola, senza l’appoggio di un marito, nutrendomi così soltanto dell’amore di mio figlio. Oggi, per fortuna, la musica e Tancredi, mio figlio, mi hanno resa nuovamente forte, piena di vita. Devo molto anche ad Angelo De Luca, incontrato per caso in treno. Insieme abbiamo realizzato alcuni brani, come “Non arrenderti mai”.

Progetti futuri?

Nel mio futuro c’è un album, a cui sto lavorando attualmente. Mi auguro, successivamente, di poter tornare ai live, una condizione che ti permette di vivere di adrenalina, di belle e forti sensazioni.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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