Anita Zagaria. Foto dal sito ufficiale dell'attrice
Anita Zagaria. Foto dal sito ufficiale dell'attrice

Anita Zagaria: dal teatro al cinema con Sean Connery

L’attrice Anita Zagaria ci ha raccontato in esclusiva alcune tappe della sua splendida carriera che spazia dal cinema al teatro.

Anita Zagaria. Foto dal sito ufficiale dell'attrice
Anita Zagaria. Foto dal sito ufficiale dell’attrice

Un’artista che grazie alla sua laurea in lingue, ha avuto l’opportunità di lavorare all’estero, parlando perfettamente inglese e “masticando” il tedesco. Indimenticabile il ruolo di Nilde, all’interno della storica fiction targata RAI “Un medico in famiglia” a fianco di Lino Banfi e Giulio Scarpati. Uno dei momenti più toccanti della sua carriera, è legato al ricordo del tv movie “Mose’” in cui sia lei che l’attore Ben Kingsley, si sono emozionati durante le riprese di una scena. Un sogno nel cassetto? Recitare il ruolo di un personaggio della sua stessa età che abbia un bello spessore intellettuale e umano da raccontare.

Benvenuta Anita Zagaria su La Gazzetta dello spettacolo. Come ha iniziato a recitare e quando ha pensato che questo sarebbe stato il Suo futuro mestiere?

Ho iniziato a fare teatro a 17 anni, con un gruppo amatoriale (ovvero, formato da ragazzi che facevano anche altro: lavoro, studio, ecc. a Napoli. Casualmente, un ragazzo mi chiese se a me, sarebbe piaciuto fare dei “veri e propri spettacoli” ed io risposi di si … Dopo aver fatto le prove, capii che recitare era la cosa mi divertiva di più. Che mi gratificava maggiormente. Il regista, che all’epoca era anche un rappresentante farmaceutico, litigò con la sua fidanzata e a causa della loro discussione, la parte della protagonista passò a me.  Andammo in scena con un dramma dell’autrice e commediografa napoletana Paola Riccora… Che dirti, nel momento in cui salì sul palcoscenico, capii che “quella era casa mia”. Credo che “attori” si nasca, anche se si può capire per caso.  Mia mamma mi ha raccontato che da bambina inscenavo delle brevi storie: facevo finta di morire, zoppicavo, costringendo mio fratello ad aiutarmi in queste simulazioni. Poverino, essendo anche più piccolo di me, è stato il mio schiavo (ndr ride)!

Anche quando frequentavo l’Università, ho fatto quel teatro che “andava di moda” in quel periodo, recitando testi di Beckett e di Majakovskij. Dopo la laurea, ho anche insegnato lingue alle scuole medie e superiori, ma quella strada non era per me … Sai quando ad un certo punto, ti ritrovi a parlare con te stessa e ti dici: “vivere o sopravvivere”? In quel periodo – in cui già mi ero trasferita a Roma da tempo – incontrai diversi attori e proprio uno di loro, mi consigliò di fare dei provini per delle pubblicità. All’inizio non mi prendevano, ma non mi sono mai arresa e a 27 anni, girai finalmente il mio primo spot televisivo. Dopo ne ho fatte tante altre e fortunatamente le pubblicità, che all’epoca erano ben pagate, mi permisero di lasciare il lavoro come professoressa e di dedicarmi completamente al teatro. Da lì, tanti provini, cortometraggi e nel 1985 arriva il film “L’attenzione”, diretto da Giovanni Soldati, in cui ho recitato il ruolo di Graziella.

La mia ricchezza è stata quella di parlare bene inglese, permettendomi di lavorare anche all’estero. Non solo con l’inglese, ma me la cavavo abbastanza bene, anche con il tedesco. Ricordo che mia figlia, aveva appena 10 giorni e cercavano un’attrice per una serie in Germania. Feci il provino e dopo averlo superato, siamo partiti per Amburgo: mia figlia Camilla di soli 15 giorni, stava con mio marito, ed io ad imparare il copione in tedesco: è stato un bel sacrificio e ad oggi, mi chiedo ancora: “ma come ho fatto?” (ride). Credimi, ne è valsa comunque la pena perché è stato un modo per emergere ancora di più e per espandere i miei orizzonti professionali.

Subito dopo, ho fatto il mio primo film, tutto in inglese, diretto da Jon Amiel dal titolo “Queen of hearts” girato a Londra nel 1988 e l’anno successivo nelle sale cinematografiche.

A proposito di cinema inglese, mi viene da pensare all’uomo – consacrato ormai sia dal pubblico che dalla critica – più affascinante del mondo: Sean Connery. Anche se lui, per precisione, era scozzese. Non tutti sanno Anita che Lei ha recitato a suo fianco ….

Si, confermo che ho conosciuto e recitato con Sean Connery anche se, molto tempo dopo, rispetto a “Queen of hearts”. Ero rimasta in ottimi rapporti con il regista Jon Amiel e sapendo che avrebbe girato “Entrapment” (siamo nel 1999) in Inghilterra, gli chiesi se avessi potuto avere una piccola parte nella pellicola: Jon, fortunatamente mi diede quest’opportunità e fui davvero entusiasta di far parte del cast. Interpretai il ruolo di una vecchia amica di Sean che lo avrebbe fatto incontrare con la protagonista: la bellissima Catherine Zeta-Jones.

Anita Zagaria e Sean Connery sul set di Entrapment
Anita Zagaria e Sean Connery sul set di Entrapment

Purtroppo però può capitare, in sede di post-produzione, che alcune scene siano tagliate per raccontare qualcosa di diverso o per dare un altro tono alla narrazione del film. Infatti, la scena che ho girato in “Entrapment” non è stata inserita nel prodotto finale. Nel film che poi è andato in onda, è stato deciso di far incontrare i protagonisti in un modo più sorprendente senza usufruire del “mio intervento”. E’ stata comunque una bella esperienza.

Anita, ma Sean era davvero così irresistibile come dicevano?

Assolutamente si … Era un gran figo! Era un uomo semplice, simpatico. Mi chiedo: ma che cosa avrebbe dovuto dimostrare Sean Connery? Aveva una presenza fuori dal comune … Non a caso era Sean Connery.

Una domanda sulla storica fiction RAI “Un medico in famiglia” in cui ha interpretato il personaggio di Nilde per ben 7 serie … Può dirci un ricordo o qualcosa che Le è rimasto nel cuore, legato a questa Sua bella parentesi professionale?

In alcune scene di gruppo, situazioni in cui eravamo tanti, ci divertivamo ad improvvisare, a ballare. Ad esempio: un matrimonio, un compleanno, la cena di Natale. Molto spesso ero io a proporre queste cose che mi piacevano molto. Il cast era costituito da attori carini, simpatici. Ho davvero un bel ricordo …

Com’era il rapporto con Nonno Libero (al secolo Lino Banfi) sul set?

Lino Banfi è un attore che fa parte della “vecchia scuola” e sul set, ero una delle poche, che poteva permettersi di dargli qualche consiglio: “Lino, se questa battuta la reciti in questo modo, potrebbe far ancora più ridere”. Che dire … Un attore bravissimo, un papà speciale sul set.

Un consiglio per coloro che vogliono intraprendere la carriera di attore…

Continuo a credere che, se le cose si desiderano profondamente, si realizzano. Il tutto prende forma dal nostro interiore. Non solo per fare l’attore, ma per intraprendere qualsiasi mestiere. Se ci credi fino in fondo, a volte con più o meno fatica, il talento si autoafferma. Chiaramente il talento non basta, bisogna studiare, affinare ed imparare dai colleghi. Il set e il palcoscenico sono un’ottima scuola. Sai cosa non deve mai mancare? La fame di curiosità e la voglia di mettersi sempre in gioco. A qualunque età.

Ha ancora, dopo tutta questa bella e lunga carriera, un sogno nel cassetto?

Ma certo! Mi piacerebbe interpretare un personaggio della mia età a tutto tondo. Una donna che necessita di raccontare e di raccontarsi, con un interessante spessore umano, intellettuale. Le donne di 65 anni, non sono soltanto zie o nonne, ma hanno un ruolo sociale che necessita di essere descritto, svelato.

Per chiudere: uno dei momenti che non dimenticherà mai come attrice?

Uno dei momenti più emozionanti lo riconduco al tv movie di “Mose’” prodotto dalla LUX nel ‘95. Mosè era interpretato da Ben Kingsley mentre io vestivo i panni di sua madre, chiaramente invecchiata e truccata per l’interpretazione di quel ruolo.

Anita Zagaria e Ben Kingsley sul set di Mosè
Anita Zagaria e Ben Kingsley sul set di Mosè

Una delle scene, più toccanti, è stata quella in cui Mosè lascia la casa perché Ramses voleva la sua testa. Ero molto emozionata e ho scoperto che anche lui lo era. Eravamo sulla stessa lunghezza d’onda. La cosa straordinaria è che senza dirselo, ci siamo “sentiti” emozionati nello stesso istante.  

Su Sara Morandi

Insegnante per vocazione, giornalista per passione. Amo il teatro perché incarna le emozioni viventi delle nostre anime. Ho sempre scritto di spettacolo e questo mi ha reso felice e mi rende tuttora. Divoro libri e il mio sogno sarebbe quello di scrivere un romanzo.

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