Mattia Sbragia

A tu per tu con l’attore Mattia Sbragia

E’ uno degli attori più conosciuti nel nostro bel Paese.  Talentuoso, dalla tecnica recitativa letteralmente “autentica”. Un vero e proprio pilastro del cinema, della televisione e del teatro: parliamo dell’attore Mattia Sbragia.

Mattia Sbragia

“Il maresciallo Rocca”, nel ruolo del procuratore Mannino, “L’onore e il rispetto”, e ancora la serie “Diavoli”, il kolossal “La passione di Cristo”, di Mel Gibson, solo alcuni, in verità una piccolissima parte, dei tanti lavori che registrano la partecipazione dell’attore italiano. Mattia muove i primi passi nel mondo del teatro sin da giovanissimo. Una carriera letteralmente “frizzante” quella di Sbragia. L’attore, classe 52, passa con disinvoltura dal piccolo schermo al cinema, plasmando, con la sua straordinaria preparazione, emozioni indelebili nel cuore del suo pubblico. Un attore d’altri tempi: elegante, con un bagaglio culturale importante, e soprattutto umile.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo a Mattia Sbragia. Vuole raccontare ai nostri lettori del suo percorso nel mondo del teatro, del cinema e del piccolo schermo?

Ho iniziato a 14 anni.  Avevo alle spalle mio papà, l’attore Giancarlo Sbragia. Frequentavo, sin da piccolo, i teatri d’Italia. Diventare un attore fu, per me, una soluzione naturale ( sorride ndr).  Sai, seguivo dei corsi e facevo questo di nascosto.  Mio padre non voleva assolutamente. Diciamo che preparai una bellissima sorpresa, invitando il babbo alla mia prima.

Ci sono differenze sostanziali tra il teatro e il cinema?

Si…certamente! Ogni campo ha il suo specifico e il suo ritorno ben caratterizzato.  Personalmente adoro il cinema.  La televisione è più allargata, e in certi casi di minore attenzione.  Il teatro rimane “amore”: è un confronto diretto con il pubblico (sorride ndr).  Se non ti ascoltano, nel teatro, non vali assolutamente niente.

Vuole esprimere un aggettivo per il teatro e per il cinema?

 Diciamo che puntano tutti a muovere le diverse emozioni. Non è facile questa domanda (sorride ndr). Ognuno percorre una strada diversa per raggiungere l’emozione.  Muovono, tutti, l’emozionalità dello spettatore.  Posso dire una cosa? Il teatro è per professionisti. Addirittura, ultimamente con il digitale non c’è spreco di pellicola, si va avanti fino alla perfezione. E’ una manna dal cielo per chi è meno ferrato ( sorride ndr). Nel cinema questo non succede: è molto più regolamentato, devi saperlo fare, devi esprimere con la mimica facciale quello che vuoi dire.

Il suo rapporto con Gigi Proietti?

Conoscevo Gigi prima di fare “Il maresciallo Rocca”.  Ho avuto il piacere di poterlo incontrare in una sua serata di esordio: per “Alleluja brava Gente”, con Renato Rascel, praticamente parliamo della preistoria (sorride ndr). Era un rapporto molto particolare con Proietti.  Dei 12 anni del Maresciallo Rocca ricordo la piacevolezza di chi sapeva ascoltare, anche gli altri ( riflette ndr).  

E cosa può dirmi sulla Passione di Cristo?

Ricordo un’immensa fatica. Fatta di ben nove mesi e mezzo di duro lavoro. Ricordo ancora, molto bene, Mel Gibson, soprattutto per la sua estrema professionalità. C’erano ciak con 2.000 persone, non facili da girare. Gibson ha confezionato un vero e proprio Kolossal, un lavoro che ha dato risultati importantissimi, anche a livello economico. Era capace di essere totalmente immerso nel film. Sai…ha finito le riprese in barella, era stanchissimo.

Come vede il teatro di oggi?

Ufficialmente dovrei dire tutto ottimo e abbondante ( sorride ). Ci sono, fortunatamente, delle nicchie. La cosa importante è soprattutto il lavoro di scrittura. La mia generazione è stata la culla di sceneggiatori strepitosi. Adesso manca un poco questo.

Vuole lanciare un messaggio per i tanti giovani?

L’umiltà.  Non credo che ci sia sufficiente umiltà. La mancanza di cultura e di profondità culturale si nota. Il cinema degli anni settanta è solo un ricordo in questo momento.

Su Omar Falvo

Laurea in Filosofia e Storia presso l'Università della Calabria, giornalista pubblicista e Guida Ufficiale del Parco Nazionale della Sila. Consulente per diverse aziende nel settore turistico, alberghi e strutture ricettive. Particolare attenzione rivolta alla fiction.

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