Amato D'Auria. Foto di IPC International
Amato D'Auria. Foto di IPC International

Amato D’Auria: Vittorio mi insegna a non pensare troppo

Abbiamo il piacere di incontrare Amato D’Auria, presente nel cast di Un Posto al Sole, da quando era bambino, nei panni di Vittorio, figlio del noto vigile Guido Del Bue. La Soap Opera di Rai3, ha saputo regalargli la giusta visibilità, un ampio riscontro di pubblico. Siamo lieti di poter approfondire la sua conoscenza e di scoprire qualcosa in più sul suo personaggio.

Amato D'Auria. Foto di IPC International
Amato D’Auria. Foto di IPC International

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo a Amato D’Auria. Come stai?

Vivo un periodo abbastanza tranquillo, seppure sia difficile poter conciliare la propria vita con il lavoro che svolgo.

Sei giovanissimo, eppure reciti da quando eri bambino. Cosa ti ha spinto verso questo mestiere?

Mi è sempre piaciuta l’idea di poter interpretare un ruolo, di essere un’altra persona. Qualcosa di davvero incredibile!

Se non avessi scelto la strada della recitazione, di cosa ti sarebbe piaciuto occuparti?

Mi piace la musica, mi piace leggere, mi piace studiare la letteratura. Non sono cose che pagano bene ma, adoro poter aiutare le persone, dedicarmi al volontariato. Per un periodo ho seguito anche architettura. Sono tante le cose che mi piacerebbe fare. Siamo organismi in perenne cambiamento.

Da anni, ormai, sei una presenza fissa nel cast di “Un Posto al Sole”, la nota Soap Opera di Rai3. Come sei approdato alla Soap?

Avevo appena cominciato a seguire una scuola di recitazione, ero alla mia prima settimana. Avevo discusso con mia madre che, ovviamente, voleva mi dedicassi allo studio, alla scuola. Le promisi che, semmai mi avessero scelto per un ruolo, non avrei messo il tutto dinanzi al completamento degli studi. Non appena è arrivata la proposta di prendere parte ad Un Posto al Sole, nel ruolo di Vittorio, non ci ho pensato due volte. Era il 2007, ed ero soltanto un bambino.

Amato D'Auria. Foto di IPC International
Amato D’Auria. Foto di IPC International

Quanto c’è di Amato in Vittorio e viceversa?

Vittorio mi insegna a non pensare troppo a quello che dico. Solitamente, nel mio vissuto quotidiano, accade il contrario. A Vittorio, invece, porto la mia calma, la tranquillità. Un personaggio è come un vetro colorato.

Che rapporto hai con i tuoi colleghi di set?

Abbastanza buono, seppure non sia una persona particolarmente sociale. Tutti loro hanno delle storie incredibili e davvero assurde da raccontare. È bello poterli ascoltare, potersi confrontare.

Da napoletano, cosa provi ad avere la possibilità di lavorare nella tua splendida città?

Non avevo mai pensato a questo aspetto. È vero, è una fortuna. Rappresentiamo l’Italia, il sud Italia ed una delle città più belle del mondo. Lo facciamo a modo nostro e tutto ciò è molto particolare.

“Un Posto al Sole”, inevitabilmente e per la prima volta, ha subito, in seguito al verificarsi della pandemia, una brusca interruzione. Com’è stato il rientro sul set?

Lignoso, graduale, titubante ma, allo stesso tempo, un ritorno molto ottimista, voluto. Abbiamo trovato delle difficoltà, in questo strano rientro. Lavorando, come dicevo, a modo nostro, è stato difficile ritrovarsi a non poter interagire tra noi, a stretto contatto. Le difficoltà sono tante ma, allo stesso tempo, lo è anche la voglia di proseguire, di realizzare altro.

A Palazzo, recentemente, ha fatto il suo ingresso Speranza, una giovane ragazza che sembra aver conquistato le mire del tuo personaggio e di Samuel, chef e cantante del Vulcano. Cosa puoi dirci a riguardo?

Credo sia interessante il fatto che questa ragazza sia parte attiva della conversazione che lega questi tre personaggi. Speranza, da appassionata della vita, coinvolge e attrae Vittorio. Lo stesso Samuel, a suo modo, cerca di portarla a sé, senza pretendere per forza nulla in cambio. È bello il fatto che le piaccia e basta. Vittorio è invece in un turbinio di complicanze, tra Alex, lo studio, il lavoro.

Cambieresti qualcosa del percorso compiuto dal tuo Vittorio?

In linea generale, no. Avrei voluto che Vittorio non avesse tradito Alex. Non mi è piaciuto quel momento. Non mi è piaciuto dover realizzare quelle scene.

Il lockdown, verificatosi lo scorso anno, ha di certo apportato delle modifiche nell’affrontare il quotidiano, la realtà di tutti i giorni. Cosa ha modificato nel tuo, di vissuto?

Mi ha impedito di poter andare in palestra, di lavorare, di vedere le persone a cui tengo. Al contempo, ho letto molto, ho studiato, ho preparato e poi cucinato il pane, insieme alla mia famiglia. Ho apprezzato molto il silenzio, la tranquillità. Non so quante persone abbiano colto ciò che è accaduto, realizzando il pericolo a cui siamo andati incontro, apprezzando, di seguito, le piccole cose della vita.

Chi è Amato nel quotidiano?

Mi piace leggere, adoro ascoltare la musica, giocare con qualsiasi cosa brilli e si muova. Studio lettere moderne. Adoro studiare. Sono una persona tranquilla, normalissima.

Progetti futuri?

Laurearmi e viaggiare, conoscere il mondo.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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