Antonio Orlando. Foto da Ufficio Stampa
Antonio Orlando. Foto da Ufficio Stampa.

Antonio Orlando, il mio sogno inizia adesso

Fatica, sudore, dedizione. Se dovessimo descrivere il giovante attore Antonio Orlando, dovremmo usare queste tre semplici e concrete parole.

Tanta gavetta, tanto studio, tanto tempo dedicato alla costruzione del suo mestiere, hanno fatto sì che Antonio arrivasse nell’attesissimo film ‘Il primo re’ di Matteo Rovere. Un sogno che si concretizza, un sogno vivo che rappresenta la giusta ricompensa per un ragazzo che ha costruito il suo sogno, mattone dopo mattone. Il tempo, l’energia e il suo impegno hanno portato Antonio a vivere un ruolo intenso, particolare, degno della sua arte. Da ora in poi, ogni mattoncino che arriverà, sarà essenziale per la carriera di un artista con tutto il futuro davanti…

Antonio Orlando. Foto da Ufficio Stampa
Antonio Orlando. Foto da Ufficio Stampa.

Benvenuto Antonio Orlando. Sei al cinema con il film ‘Il primo re’ di Matteo Rovere. Che sensazioni provi, ora?

Aver visto il film, per la prima volta, è stata un’emozione immensa. Il risultato è sopra ogni aspettativa. Mentre ero sul set, avevo compreso dove questo progetto avrebbe potuto portarci. Girare un film del genere ha concretizzato i miei sogni di quando guardavo i miei film preferiti…

Come descriveresti il tuo personaggio?

Il mio personaggio è stato costruito nella sceneggiatura ma molto anche sul set. Erennis è uno dei compagni di Romolo e Remo. A differenza degli altri, ha come punto di riferimento l’amico Marce che perderà durante il corso della storia. Per costruire questo personaggio, mi sono molto affidato al trucco. Questo personaggio parte già ferito, a differenza degli altri. Tutti hanno segni di lotta e cicatrici, ma Errenis mostra un taglio sanguinante sulla guancia destra. Insieme alla truccatrice e a Matteo Rovere, abbiamo pensato che quel segno poteva essere un simbolo per questo personaggio che poteva morire in ogni scena poiché aveva una condotta molto impulsiva. Errenis cerca molto lo scontro con gli altri. La morte dell’amico Marce, lo porta ad essere sempre più nervoso e sempre pieno di dolore. Il mio personaggio cerca la morte e questo suo poter morire da un momento all’altro mi ha permesso di affidarmi ad una situazione di rischio.

Quali sono i consigli che ti ha dato Matteo Rovere per costruire questo personaggio?

Matteo Rovere ha avuto una grande attenzione per ogni personaggio. Quando ci ha consegnato il copione, ha dato ad ognuno di noi delle linee su ogni singolo personaggio in modo da permetterci di improvvisare su ciò che era il suo pensiero. Ho fatto quattro provini nel giro di un mese e mezzo, questo ha comportato una scelta libera di Matteo Rover per completare il cast e una grande fiducia in ognuno di noi. Il lavoro che abbiamo fatto è stato un lavoro di proposte che Matteo ha raccolto in grande tranquillità. Abbiamo lavorato insieme in ogni scena.

Quali sono le difficoltà che hai vissuto durante la preparazione de ‘Il primo re’?

Abbiamo lavorato su set molto difficili, tra freddo e fango. I set erano molto difficili da affrontare ma tutto ciò ci ha responsabilizzati. Eravamo tutti a dieta, avevamo freddo e questa condizione reale ci ha permesso di non dover davvero recitare certe cose. Le sentivamo davvero. Il trucco, la sceneggiatura e la fotografia ci hanno permesso di recitare al meglio.

Cosa rappresenta per te ‘Il primo re’? Questa è la tua prima esperienza al Cinema.

Ho conosciuto persone straordinarie che sono, adesso, amici. Sono abituato a fare molto teatro e vivo il rapporto d’amicizia che si instaura nelle compagnie teatrali. Sul set de ‘Il primo re’ ho avuto la stessa sintonia e armonia che ritrovo quando lavoro a teatro. Abbiamo lavorato due mesi insieme e si è formata una vera e propria famiglia. ‘Il primo re’ mi ha dato l’occasione di imparare molte cose. Recitare accanto ad Alessandro Borghi e Fabrizio Rongione che, ho visto spesso recitare in altri progetti, è stato un sogno. L’esperienza mi ha arricchito in tutti i sensi, sia attorialmente che umanamente. Quando ho fatto il primo provino, mi sono detto: Io questo film devo farlo. Come primo film, non potevo chiedere di meglio…

In TV hai recitato in serie di grande rilievo come ‘La mafia uccide solo d’estate’ e ‘Non uccidere’. Anche questi progetti sono stati di grande importanza per la tua carriera, no?

Sono state due serie tv che definisco molto ‘autoriali’. Quando mi hanno preso nella serie ‘Non uccidere’, ero uscito dall’Accademia da pochissimo. Sono stato a Torino a girare per un po’ ed è stato bellissimo. Il mio personaggio era irascibile, tormentato e torbido. Per questo personaggio, ho fatto anche delle lezioni private di violino e mi sono servite davvero!

Ne ‘La mafia uccide solo d’estate’ ho interpretato Massimo, un personaggio scomodo in chiave molto parodistica. Ho amato girare a Palermo, la mia città natale. Ho un grande legame con Palermo, nonostante io sia cresciuto a Roma. Toranre a girare lì, è stato bellissimo e solare.

Quando hai capito che il mestiere d’attore poteva essere il tuo lavoro?

Ho iniziato a fare teatro quando ero alle medie. Pian piano, la passione per la recitazione ha preso piede dentro di me. Ho sempre avuto dentro tutto ciò. Una volta finito il liceo, sono entrato all’Accademia Silvio D’Amico al primo tentavo.

Come hai vissuto gli anni in Accademia?

Entrare in una scuola del genere, molto selettiva, è stata una consacrazione. All’Accademia devo tutto. Sono stati degli anni molto tosti e sofferenti. Il periodo in Accademia è stato totalizzante. Spesso andavo anche di domenica a studiare. Ho vissuto accanto a venti persone, tutte con il mio stesso sogno. Tutto ciò che ho vissuto lì dentro, è stato propedeutico.

Nel tuo curriculum, c’è tanto teatro.

Assolutamente sì. Con la mia compagnia teatrale ho la fortuna di lavorare anche in Germania, in India.

Antonio Orlando, adesso cosa c’è nel tuo futuro?

Ho interpretato una piccola parte nel film ‘Il traditore’ di Marco Bellocchio. Ho recitato quasi ogni scena con Pierfrancesco Favino, mi sono confrontato con un grande attore. Adesso, vorrei continuare a lavorare al Cinema. Mi piacerebbe un ruolo con cui confrontarmi a lungo… Sai, sono una persona molto riservata. Spero negli anni, di lavorare molto e continuare a vivere nel mio privato tutti i miei interessi.

Su Anna Chiara Delle Donne

Redattrice

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