Daniele Mariani. Foto da Ufficio Stampa
Daniele Mariani. Foto da Ufficio Stampa.

Daniele Mariani, ogni volta che sarò felice

I “no” ricevuti, quelli che ci spingono a migliorare, a non cadere ma a correre più forte. I “ no” che non sono un punto in cui sprofondare ma il trampolino di lancio per tuffarsi in un mare più ampio, più vero.

Daniele Mariani. Foto da Ufficio Stampa
Daniele Mariani. Foto da Ufficio Stampa.

La carriera di Daniele Mariani di “ no” ne ha ricevuti, e quei consensi che sono arrivati dopo sono stati la conferma di un talento spiccato, progressista, ma soprattutto consapevole e determinato. Daniele Mariani vive il proprio talento con quella spiccata e intensa serenità di chi nella vita prendere parte alle cose belle e ai successi meritevoli, con la sola forza del proprio talento. “ Io sono Mia” è il recente progetto a cui il giovane attore prende parte con quella energia che rende ogni suo personaggio un tassello prezioso di una carriera tutta da ammirare. Ed ogni volta che Daniele tornerà a casa dopo ogni set, si sentirà un attore felice. 

Benvenuto Daniele Mariani. Ti troviamo nel film “ Io sono Mia”. Come descriveresti il tuo personaggio? 

Anthony è un ragazzo appartenente al popolo che viaggia all’estero. Si innamora del genere musicale glam rock. Resta folgorato da artisti come David Bowie. Aspira e ambisce a fare questo tipo di carriera, sa cantare, ballare ed é un musicista. Vuole diventare qualcosa nella vita. É una persona esuberate ed eccentrica. Visivamente sarà un personaggio molto forte. C’é stato un grande lavoro di trucco e parrucco dietro.  

Come arriva Anthony a conoscere Mia Martini? 

Si ritrova a conoscere Mia nel periodo antecedente alla sua esplosione artistica. Li vediamo scorrazzare in una notte romana, in maniera selvaggia. 

Quando hai letto le sceneggiature, in che modo hai deciso di prepararti a questo progetto? 

Ho approfondito tutto il periodo musicale di Mia Martini che mi ha affascinato molto. Avere l’opportunità di approfondire e documentarti il periodo musicale degli anni ‘70 é stato affascinante perché amavo già quel periodo e quel modo di fare. Conoscere musicalmente Mia Martini, mi ha permesso di empatizzare con il mio personaggio ma anche con il personaggio di Mia. Conoscevo molto marginalmente il percorso artistico di Mia e scavando nel fondo della sua storia, é stato una missione portare avanti questo progetto per rendere giustizia ad un’artista che é stata tormentata per una carriera intera. 

Cosa speri che emerga del tuo personaggio? 

Spero che venga riconosciuta l’esuberanza e la vitalità del mio personaggio. É stato fondamentale per me che il mio personaggio avesse questa grande vitalità. In lui c’é una grande spensieratezza, un modo particolare di essere provocatorio, fuori dai canoni. Anthony é un personaggio che quando c’é bisogno di dire le cose e presentarsi faccia a faccia di fronte ad una persona, non ha paura  ed esitazioni. Ha la battuta pronta per stemperare gli animi. Spero che tutti possano cogliere le sue sfumature. 

Il progetto “ Io sono Mia” é destinato ad un pubblico molto ampio. Cosa speri che colgano i giovani, guardando il personaggio di Mia? 

Vorrei che si rivivesse la qualità artistica che si viveva in quegli anni. Mi rammarica dirlo, ma quella qualità oggi manca. Non la trovo e non la vedo. Negli anni in cui Mia Martini faceva musica, c’era purezza nei contenuti e nello stile. Spero che ogni giovane possa notare e cogliere quel prestigio, e che ricevendolo possa riproporlo nell’ambito artistico. Sai, vorrei che i giovani musicisti si differenziassero. Questo periodo musicale non mi fa impazzire e vorrei tornare a quel periodo. Sono un grande appassionato di musica. 

Credi che anche il mondo del cinema, come quello della musica, sia così cambiato? 

Prima c’era molta più selezione. La distribuzione era più piccola, c’erano meno canali. Non c’era Netflix, non c’era internet. Aumentando la distribuzione, é normale che possano girare progetti più scadenti. La nostra Italia produce bei prodotti ma anche brutti prodotti e questo succede in tutto il mondo. In Italia ci sono prodotti che portano in alto la nostra arte. 

Durante il tuo percorso artistico, immagino tu abbia ricevuto dei “no”. Come li hai vissuti? 

Di “no” ne ho ricevuti parecchi. Si ricevono ed é giusto riceverli. Credo che i “no” siano propedeutici. Soprattutto per le persone come me. Sono una persona spesso competitiva e ricevere dei “no” fa in modo che sia ancora più agguerrito e combattivo. Ho imparato a non soffrirli, ho una buona consapevolezza delle mie capacità. Prima o poi, le mie soddisfazioni le prendo. Se continuo a perseverare in questo modo, ogni cosa arriverà. 

In che modo hai vissuto gli anni del Centro Sperimentale? 

Il primo anno in cui ho provato ad entrare al Centro Sperimentale, non mi hanno preso. Così, ho riprovato l’anno dopo e sono stati preso. Il Centro Sperimentale mi ha permesso di recitare in ventuno cortometraggi da protagonista il più delle volte. I “no” li ho ricevuti fuori per qualche provino. Li ho ricevuti anche dopo le due stagioni di “ Tutto può succedere”, continui a riceverli e continuo a riprovarci. Non é un problema! A volte si é giusti per un ruolo, a volte non lo si é. Io continuo imperterrito lungo il mio percorso.

Abbiamo citato “ Tutto può succedere” . Che ricordi hai di quella serie? 

É stata il mio trampolino di lancio. Mi sono rapportato ad un progetto con una realtà così grande, e fare questo step mi ha dato tanto. Tutto può succedere mi é servito per costruirmi una corazza che mi servirà quando andrò a fare provini per progetti sempre più grandi. Tutto può succedere é stato come prendere la patente! ( ride, ndr.) 

Ad oggi cosa rappresenta per te la recitazione e come definisce la tua vita? 

La recitazione mi fa star bene, é ciò in cui mi sento competente. Sento che questo é il mio lavoro. Non parlo di magie, non parlo di influssi o energie. Vedo la recitazione in maniera molto pratica: mi fa stare bene. Questo é il mio posto giusto. 

C’é un ruolo che vorresti fortemente avere e di cui senti il bisogno? 

Un ruolo mi affascina se funziona tutto il progetto. Devo vedere in toto il progetto. Se nella totalità del progetto ci vedo qualcosa di bello e interessante, fatto con il criterio e scritto con il cuore, a me basta quello. 

Quale augurio vuoi fare alla persona che sarai? 

Mi auguro di fare sempre questo mestiere e di tornare a casa felice, una volta finita la giornata di lavoro. Non sarà sempre così, ma me lo auguro per tutte le volte in cui ce ne sarà bisogno. 

Su Anna Chiara Delle Donne

Redattrice

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