Patrizia Visone

L’Esperto risponde: Patrizia Visone

L’esperto risponde oggi  ospita Patrizia Visone fashion designer dalle creazioni originali ed artigianali che con il suo brand Vitrizia-VTRZ da un tocco di charme in più.

Patrizia Visone

Patrizia Visone oggi ci parlerà di artigianato e creatività due elementi di cui lei è maestra.

Patrizia Visone potrebbe elencarci tre motivi per preferire prodotti artigianali?

Uno perché vuol dire sostenere abilità locali o personali dando forza e sostegno nel mercato ad una rete parallela ai grandi marchi. Sostenere realtà storiche che possono perdersi e sparire,  persone che lottano a volte sole contro la massificazione e la perdita di identità. Ma anche sostenere piccole iniziative innovative che possono diventare realtà rappresentative ed aiutare la ns economia che è riconoscibile anche in questo campo. Vuol dire scegliere consapevole. Vuol dire “Io credo in te”

Due perchè la consapevolezza di possedere un tesoro ed un sogno frutto di abilità, ingegno, cuore ed immaginazione, frutto di menti visionarie o di detentori di eredità storiche.  È dignità del prodotto, dell’autore e di una Cultura. Vuol dire.  “io riconosco i valori” .

Tre perché comprare artigianale è avere la certezza di possedere un prodotto che non ha grande distribuzione e sentirsi unici. Perché vuol dire identificazione, vuol dire esprimersi con un linguaggio selezionato e personalizzato. Vuol dire condividere un concetto e sensazioni, vuol dire volersi bene, vuol dire voler comunicare. Vuol dire “ io sono” .

 Quanto sono importanti la creatività e la fantasia nel suo campo?

Assolutamente fondamentale! L’artigianato senza visioni e principalmente senza concetti da esprimere sarebbe inutile, infondato, non avrebbe ragione di esistere. Avere un’abilità a creare materialmente un oggetto  ed immaginare quanto esiste già, sia per un principio etico che commerciale lo trovo infondato. Accade poi che nell’animo nasca l’esigenza e … se non si ha la conoscenza ed il sapere per fare delle cose, l’immaginazione corre in aiuto e la trasforma in opportunità per scoprire altre modalità. È il principio che alimenta l’artigianato e la mia produzione in particolare. La fantasia è un viaggio, un gioco per l’intelligenza ed un’esigenza per  l’animo.  Un linguaggio. Gli uomini visionari possono far parlare e viaggiare tutti attraverso i propri sogni. Questa è l ‘esigenza che esiste da sempre nel mercato.

Artigiani si nasce o si diventa?

L’abilità manuale e la dimestichezza sono una propensione. Se non la si ha di partenza la si può acquisire per amore con grande sacrificio. Se per artigiano intendiamo, quindi, quando diventa lavoro credo che bisogna ereditarlo e averlo nel sangue. Poi ci sono i creativi che diventano artigiani per sperimentare le proprie visioni ed aprono altre strade perché non conoscono le arti “ufficiali” . Lo diventano perche ci mettono anche il cuore. Diventa un’ esigenza.

Se i due casi si fondono nasce il concetto di Arte ma non l’arte dell’artigiano…. nasce l’Artista .

Nascere artigiani è un dono. Nascere creativi è un privilegio.

Patrizia Visone potrebbe consigliare come intraprendere il percorso verso la realizzazione di un brand, ad esempio Vitrizia, come nasce?

Vitrizia nasce da un’esigenza. Dopo quanto detto non voglio essere autocelebrativa ma …. Avvertivo l’esigenza di creare come strumento comunicativo di consapevolezza e condivisione. Dare forma a cose da indossare che non fossero solo belle ma esprimessero concetti e/o fossero omaggi per sensibilizzarci a dei nostri aspetti femminili a volte nascosti e/o sottovalutati e scontati. Una mia crescita, ragionavo e riflettevo vedendo le mie idee prendere forma. Poi ho deciso che volevo parlare anche alle altre con complicità ed ironia. Il mio background ovviamente mi ha aiutata e della mia crescita avevo reso partecipe chi mi circondava realmente e virtualmente … ho trovato ascolto. Il concetto e l’identità esistevano. Questo è il brand, essere riconoscibili.

Il consiglio che posso dare è che a tavolino si può creare tutto, ma se non esiste un’identità sincera, autentica, credibile e condivisibile, la strada diventa dispersiva. Il più grande capitale è la propria identità. Bisogna essere riflessivi e critici. Il consiglio è conoscersi bene e capire se si ha un “interlocutore”. Grande competenza che si può anche acquisire lungo il percorso: la capacità manageriale.

 Le chiedo, in conclusione, secondo lei quanto spazio ha il prodotto artigianale in un mondo che si vota sempre più all’innovazione, alla tecnologia?

Confermo la tesi che l’una non elimina l’altra anzi … l’arte dell’ artigiano è tradizione e Cultura e la velocità della tecnologia aumenta il valore della Storia.

L’artigiano Artista invece si evolve e la tecnologia diventa supporto e/o strumento. L’Arte è specchio della Storia e delle esigenze del momento, un linguaggio di cui mai faremo a meno!

Il gioco del visionario infatti da vita principalmente all’innovazione, nelle tecniche, nelle contaminazioni e nell’immagine.  Vedo solo altre opportunità.

Esempio personale …“Vitrizia”, impresa  artigianale,  è riconosciuto come brand innovativo: ferri e croquet per un’immagine e contenuti contemporanei .  Chi avrebbe mai scommesso di vedere guanti e cappelli fatti a mano in Fiere e B2B internazionali? Evidentemente vengono riconosciuti canoni moderni ed avanguardistici e Vitrizia fin quando avrà fiato, sferruzzera’ e farà sferruzzare a mano con il supporto di tecnologia, con una struttura capillare e continuando personalmente la formazione del team con il proprio know-how.

Della versatilità dell’artigianato ne sono consapevoli anche grandi aziende che uniscono il meglio delle tecnologie e chiedono il supporto di affermate (ma spesso nascoste) realtà artigianali anche per vaste distribuzioni, creazioni che fanno il giro del mondo.

È un distinguo con l’idea che resta sempre un nostro tesoro, quello dell’immaginario collettivo,  quello delle piccole botteghe … quello della manualità, della maestria, della tradizione e della fantasia.

Ad ogni modo piccole iniziative pubbliche stanno cercando di accompagnare l’artigianato “contaminandolo” con i nuovi saperi tecnologici, ma questo è spesso un campo di realtà unipersonali e quindi bisognerebbe scommetterci con più impeto per  ritrovarci un formidabile strumento di crescita. Il “saper fare” rimane un elemento distintivo e indispensabile per la manifattura italiana. E direi che questo è un dato di fatto.

Grazie per questa opportunità di esprimere le mie idee, non pecco di umiltà perché i linguaggi sono il motore dell’evoluzione. Su questi temi ci pongo grande valore e certezze. Cosa saremmo se non sapessimo comunicare, se non avessimo niente da dire e non avessimo abilità e Storia. L’artigianato è sempre testimone della Storia e del legame al territorio. Se non avessimo avuto predisposizione ad immaginare… non sarebbe nato il fuoco… la ruota. E cmq, da sempre fino all’industrializzazione …. esisteva solo ed indiscutibilmente l’artigianato! Che non si consideri le professioni manuali solo come un retaggio del passato. L’artigianato è risorsa;  Cultura ed Identità e deve evolvere con noi con  nuovi linguaggi, strumenti e supporto.

Queste tesi che sanno di scontato … vanno rinnovate ogni giorno come un “Credo” con nuova energia ed antica costanza …. come il lavoro di un Artigiano.

Grazie a La Gazzetta dello Spettacolo per l’opportunità e grazie ai lettori che hanno letto tutto !

Su Silvana De Dominicis

Vice direttore di La Gazzetta dello Spettacolo, amante degli animali, la natura e la cucina veg. Umiltà e sensibilità sono nel contempo i miei pregi e difetti.

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