Pino Imperatore alla presentazione di Allah, San Gennaro e i tre kamikaze con la giornalista Anna Trieste.
Pino Imperatore alla presentazione di Allah, San Gennaro e i tre kamikaze con la giornalista Anna Trieste.

L’esperto risponde: Pino Imperatore

Siamo in compagnia dello scrittore Pino Imperatore – autore di tanti libri di successo tra cui l’ultimo romanzo dal titolo “Aglio, olio e assassino” (DeA Planeta) –, che si è reso disponibile per la nostra rubrica “L’esperto risponde”, mediante la quale è possibile arricchirsi di consigli ed esperienze di professionisti dei vari settori artistici e non solo.

Pino Imperatore alla presentazione di Allah, San Gennaro e i tre kamikaze con la giornalista Anna Trieste.
Pino Imperatore alla presentazione di Allah, San Gennaro e i tre kamikaze con la giornalista Anna Trieste.

Benvenuto e grazie, Pino Imperatore. Quale peculiarità non deve mai mancare per diventare uno scrittore, un romanziere di successo?

L’umiltà; se non la si ha, non si arriva da nessuna parte. E questo vale non solo nella letteratura ma anche, più in generale, nella vita.

La tua produzione letteraria ha preso una svolta decisiva quando è diventata narrazione comica e umoristica. Come ti sei avvicinato a questo “stile”?

In modo del tutto naturale. E facendo molta gavetta. Mi è sempre piaciuto, fin da ragazzo, scrivere testi ironici, che facessero divertire, e quando ho frequentato, sia come attore amatoriale che come autore, il mondo del cabaret, questa mia attitudine ha trovato uno sbocco più strutturato e professionale. Poi sono arrivati i primi riconoscimenti artistici e una serie di opere umoristiche sperimentali che mi hanno consentito di affinare le capacità narrative. Poi ho vinto il premio “Massimo Troisi” per la scrittura comica, e da lì in poi ho impresso un marchio ironico a tutta la mia produzione, che comprende i cinque romanzi pubblicati a partire dal 2012.

Che voto daresti allo stato attuale della letteratura e perché?

Quando i genitori di un alunno o di uno studente vanno a colloquio con gli insegnanti, talvolta si sentono dire: “Vostro figlio è bravo, è capace, però dovrebbe impegnarsi di più”. Ecco, io ho questa percezione della letteratura contemporanea: dovrebbe impegnarsi di più. I grandi narratori sono sempre più rari ma per fortuna ancora esistono e resistono; penso, ad esempio, a Paul Auster, Cormac McCarthy, Don DeLillo, Alice Munro, Haruki Murakami, Stephen King, Amélie Nothomb e al nostro Andrea Camilleri. Tuttavia, il resto del panorama è alquanto desolante. Colpa non tanto del calo di creatività degli autori, quanto dell’appiattimento di larga parte dell’editoria, che punta a opere di facile consumo, di intrattenimento; ormai si bada più alla quantità che alla qualità. Se dunque dovessi esprimere un voto, mi fermerei su un gradino di poco superiore a quello della sufficienza; un sei più, direi.

Quanto contano la fantasia e l’immaginazione e quanto le conoscenze dell’attualità e della realtà per la stesura di un romanzo?

Non possono prescindere le une dalle altre. Pure in un’opera fantasy, la realtà e l’attualità hanno un peso determinante. Personalmente non riesco a fare a meno di collocare le mie storie e i miei personaggi inventati su una piattaforma reale, concreta, credibile. E provo stupore ogni volta che rilevo che la cronaca supera di gran lunga l’immaginazione.

In conclusione, nel ringraziarti, ti chiediamo di rivelarci il tuo metodo di lavoro per la realizzazione di un romanzo.

È una parola! L’operazione è assai complessa e si compone di varie fasi interconnesse. Provo a riassumerle. Innanzitutto nella mia testa nasce l’embrione di una storia; oppure di uno o più personaggi che potrebbero diventare protagonisti di una storia. Ci penso e ripenso, e col tempo l’embrione si trasforma in un feto narrativo. Quando nella mia mente la trama ha assunto una forma – a partire dall’incipit e fino all’explicit – precisa, coerente e accattivante, preparo una scheda sintetica dell’opera, strutturata per capitoli, episodi, intrecci e prospettive di sviluppo. Ci rimugino ancora per un po’, e nel momento in cui mi convinco al cento per cento che la storia possa funzionare, entro nello stadio della stesura vera e propria, che dura almeno tre mesi ed è a sua volta articolato in diverse fasi di redazione e affinamento del testo. La scrittura che punta a traguardi di prestigio è molto, molto faticosa; ma resta tra le attività più affascinanti e appaganti create dagli esseri umani.

È sempre un piacere, oltre che onore, potersi interfacciare con Pino Imperatore persona di  grande cultura e di pronta disponibilità, a cui va il nostro “grazie” per aver voluto condividere con noi i suoi pensieri e le sue impressioni.

Su Silvana De Dominicis

Vice direttore di La Gazzetta dello Spettacolo, amante degli animali, la natura e la cucina veg. Umiltà e sensibilità sono nel contempo i miei pregi e difetti.

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