Viola Valentino

Viola Valentino, inimitabile la sua Comprami

A tu per tu con Viola Valentino

Virginia Maria Minnetti, meglio conosciuta come Viola Valentino è una cantante e attrice italiana. La sua grande fama la raggiunge nel 1979 con il brano “Comprami” che ancora oggi è tra le canzoni più remixate e cantate.

Foto di Marco Scorza e Donato Veneri

“Comprami” in pochi mesi divenne uno dei brani più venduti con oltre mezzo milione di copie, scalando le classifiche italiane in maniera rapidissima.  Il successo proseguì con i singoli “Sei una bomba”, “Sera coi fiocchi” e “Giorno popolare” , il top fu raggiunto anche con il brano “Sola”, tratto dal film Delitto sull’autostrada, a cui, Viola Valentino, partecipò in qualità di attrice al fianco di Tomas Milian.

Di seguito l’intervista che l’artista ha rilasciato per La Gazzetta dello Spettacolo, tanti racconti tra passato, presente e futuro.

Eterogenea Live 2016, una raccolta dei suoi più grandi successi, più due brani inediti, 35 anni di carriera racchiusi in un doppio cd: Cosa ha significato per lei questo progetto discografico?

Eterogenea Live è molto importante, fra le altre cose è il mio primo live, anche se purtroppo mi sono resa conto che non sono entrati tutti i brani. Noi adeguiamo la scaletta a seconda i concerti, montiamo uno spettacolo nuovo tutte le estati e di conseguenza cambiamo i pezzi… aggiungiamo, ri-arrangiamo, e in questo caso qua è successa la stessa cosa e quindi mi sono mancate tante canzoni, canzoni che la gente, il mio pubblico ha reclamato: “Cavallo pazzo”, “Giorno popolare”, “I tacchi di Giada”… purtroppo per davvero non c’era lo spazio. Probabilmente ne farò uno successivo cambiando tutta la scaletta, escludendo, ovviamente i brani che sono nella prima.

Ne farò un altro magari l’estate prossima, non lo so ancora, o l’inverno  prossimo, e saranno inseriti proprio quei brani richiesti dal mio pubblico. Mi sono molto affezionati, ed amano certe canzoni… io non do mai nulla per scontato, però ci sono gli anni che passano, c’è la maturazione musicale, artistica, vocale, miglioramenti in generale e magari di cantare un brano carino come “Cavallo pazzo”, che è molto grazioso… ma alla mia età se posso evitarlo di cantare… così come “Prendiamo i pattini”, beh io eviterei e invece mi accorgo che sono richiesti, li vogliono e quindi… magari farò un live in studio, perché noi possiamo permetterci anche questo lusso, nel senso che, quelle 10/12 canzoni che sono mancate tanto alle persone che acquistano ed hanno acquistato Eterogena… potranno ritrovarle in Eterogenea Live 2 .

Il suono dell’abbandono è un’emozionante canzone che narra del tristissimo fenomeno dell’abbandono degli animali. La musica può essere messaggera di tematiche così importanti?

Messaggera totale non lo è ma sensibilizza sicuramente. Un messaggio lanciato da chi canta, chi recita, ha maggiore impatto. Certamente Vasco sarebbe molto più eclatante di me se lanciasse un messaggio di questo tipo o che riguardi comunque il sociale. Ha una grande importanza per i ragazzi, ma anche per quelli che sono “cresciuti insieme” a te… si sensibilizzano e ascoltano. Io sono animalista, ho tre cani che in questo momento, due stanno giocando facendo a botte e il terzo mi mordicchia. Il messaggio che arriva con la musica arriva in armonia, arriva in melodia. Non arriva scritto o detto… non arriva noioso e poi lo puoi ascoltare, riascoltare e riascoltare. Io ho provato a sensibilizzare argomenti come l’omofobia, la violenza sulle donne, “Ti amo troppo” è l’ultimo brano che parla proprio delle donne ma già nel 2009 quando il problema non era così grave come in questo periodo, io avevo cantato “I tacchi di Giada”. Giada è un nome di fantasia, ma lo stupro è stato vero. Ho cantato “Daisy”, un altro tipo di violenza, psicologica e di percosse, anche qui nome di fantasia ma storia vera.

E anche di “Ti amo troppo” la storia è vera, purtroppo. Tutte le tre storie, sono storie vere. Come quando ho cantato l’omofobia in “Domani è un altro giorno”, in 4 lingue: inglese, francese, italiano e spagnolo. L’interpretazione che preferisco è quella francese, è molto intesa, nel testo tradotto dico delle parole diverse e mi piace molto. Ho lanciato un messaggio ed ho avuto il coraggio di cantarlo al Gay Pride di Palermo… potevo anche ritrovarmi qualche omofobo con fucile a canne mozze che voleva sparare, capisci cosa voglio dire? E’ un messaggio ma c’è impegno, ci sono responsabilità, però lo fai perché ti ritrovi a parlare con un ragazzino di 14 anni, perché i ragazzi durante i tour si avvicinano, si raccontano delle loro problematiche personali… e allora tu cerchi di dare consigli, una pacca sulla spalla, però poi ci rifletti magari mentre sei in macchina e ti fai 300km con i tuoi di pensieri e dici “Ma quel ragazzo lì ha dei problemi seri…”  e poi vieni a sapere che si è impiccato, allora per forza sei sensibilizzata nei confronti dell’omofobia ed altro.

Per me noi siamo tutti uguali, nasco con questa convinzione, se poi dopo ci mettiamo di mezzo queste situazioni che sono veramente drammatiche, tipo le tre donne citate prima, tipo il ragazzino… io ho un pubblico eterogeneo, come lo sono io nel disco, poi spesso arrivano ragazzi giovanissimi, sai, un po’ per curiosità, un po’ per capire ma anche perché non gli piaci o perché vengono ad accompagnare i genitori, e poi te li ritrovi fan perché sono una mamma pop-rock. Ho uno spirito uguale al loro. Ho tante persone che mi seguono di età diversa, ma questi ragazzi me li sono cresciuti e non ti aspetti di diventare un punto di riferimento per loro, non ti aspetti che ti raccontino delle cose così pesanti. Poi, arrivano delle mazzate verso le quali non puoi rimanere indifferente e allora provi a lanciare il messaggio e lo fai attraverso la musica. Quando la canzone è bella, intelligente, quando è sentita, intensa, cerchi di spiegare alla società cosa prova una persona che ha raccontato la sua storia. Quando c’è qualcosa che mi colpisce mi consulto con i miei autori spiegandogli la storia e loro studiano il brano da “buttare giù”.

Parliamo della sua collaborazione con i The Moors.

Le collaborazioni mi divertono, non ho collaborato solo con i The Moors ma anche con gli Iravox , sono molto particolari, se li senti parlare capisci anche che hanno una “marcetta” in più degli altri… e poi mi divertono. Avrei materiale per fare dischi con i giovani, ma forse non significherebbe niente né per me, né per loro. Lo vedo ad esempio dalla mia pagina Facebook, se metto una foto mia mentre cammino, che ne so, con Gigio che tira al guinzaglio ho 500 like, se metto il brano con i The Moors ne ho sui 100, 60…

Con gli Iravox mi sono davvero divertita, sono estemporanei, sono particolari, sono energici… ma anche i The Moors lo sono… ed ho collaborato con loro davvero molto volentieri. Mi trovo bene con i giovani. Due generi diversi, i The Moors mi hanno “regalato” il brano “Aspettami questa notte” che ha un ritmo un po’ latino, si chiama il reggaeton, che mi ha affascinato e mi è piaciuto musicalmente, è un genere che non avevo mai “frequentato”. Sono davvero contenta e non escludo nemmeno che potrei fare qualche tappa nel loro tour come guest – star, tipo 6/7 brani del mio repertorio e poi vanno avanti loro.

La gente è legata al passato in modo pauroso, il futuro musicale di un artista non lo guarda nessuno, è difficile far voler bene un brano che non è tuo, ed è pure nuovo.

“Comprami” è il suo grande successo, che ricordi la legano a quel periodo?

Ero la ragazza che “oggi sono i The Moors e gli Iravox”, mi ricordo di una persona energica, e che non si aspettava il successo travolgente, ricordo di una telefonata della segretaria che si occupava delle classifiche che mi disse che ero al secondo posto! Ero sotto la doccia e ci sono rimasta tre ore, non ti aspetti tutto ciò, è stato davvero eclatante! “Comprami” ancora oggi si sente, c’è chi tenta di remixarla, di cantarla… sembrava una canzoncina, sembrava facile da cantare o rielaborare ma in realtà non è così, non è assolutamente facile, e tutti quelli che l’hanno cantata si sono poi rivelati dei flop. Ultimamente, qualcuno mi ha mandato un link, ho cliccato e ho visto una stupenda ragazza francese che cantava “Comprami”, ovviamente in francese. E’ davvero carina, è carina anche la ragazza e l’arrangiamento ma non otterrà il successo che ottenni io all’epoca, probabilmente perché c’era un’alchimia legata anche alla persona, alla canzone, agli autori, e questa alchimia ha fatto esplodere “la bomba”, praticamente.

Ricordo una grandissima soddisfazione, anche se i miei incontri con il palcoscenico sono stati un po’ invasivi, perché mi sono ritrovata all’Arena di Verona, al Festivalbar con 25mila persone… cioè la prima volta che solcavo un palcoscenico. Qualcuno mi ha detto che vedendo il video dell’Arena ero disinvolta, in realtà dentro ero pietrificata. Un altro contatto forte è stato con Sanremo, “Romantici”, un palco che fa davvero paura. Anche adesso mi farebbe paura, fa paura a tutti. Hanno tutti la bocca impastata perché veramente è pesante, Sanremo. Ebbi poi l’incontro con Corbucci e Tomas Milian e nacque “Sola”, una canzone molto, ma molto amata. Sono stati degli anni stupendi.

Io volevo fare la cantante da grande e quando mi proposero il brano “Comprami” io avevo cominciato prestando l’immagine ad un gruppo, i “Fantasy”, composto da gente di spettacolo già conosciuta ed acclamata, e che non voleva farsi vedere perché era un prodotto destinato all’estero. Cercavano quindi un’immagine, io facevo la modella in quel periodo e studiavo contemporaneamente, e quindi accettai.

Per capire meglio il personaggio mi recavo tutti i giorni in sala di incisione… prova a mettere un “coretto” qua, prova a mettere un “coretto” là, fai una cosina qui e fai una cosina lì, e mi hanno coinvolta anche vocalmente. I “Fantasy” poi si sono sciolti perché erano per l’appunto persone di spettacolo, c’era Tony Cicco, Vaona, Luigi Lopez, Carla Vistarini ovvero la sorella di Mita Medici… quindi dicevo, il gruppo si sciolse e Giancarlo Lucariello, che fu produttore dei “Fantasy” e poi il mio per 12 anni, mi chiese se volevo fare una canzone da sola, sottolineando che non mi sarei dovuta esaltare né mi sarei dovuta dispiacere o farmi venire esaurimenti, qualora le cose fossero andate male. Non avevo neanche il coraggio di andare in sala, poi ho detto “Ok, ci provo!” e fu un trionfo. Seguendo una filosofia buddista io credo che… “Nulla succede per caso…”.

Su Silvana De Dominicis

Vice direttore di La Gazzetta dello Spettacolo, amante degli animali, la natura e la cucina veg. Umiltà e sensibilità sono nel contempo i miei pregi e difetti.

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