i The Jackal
I giovanissimi The Jackal

Da Web a TV, The Jackal a La7 sognando un film con Di Caprio

Piccoli “sciacalli” crescono. Siamo a Melito di Napoli, comune alle porte del capoluogo partenopeo. E’ qui che si conoscono – addirittura ai tempi dell’asilo – Simone Ruzzo e Ciro Priello. E’ qui che, da bambini, iniziano ad ingurgitare film e serie Tv, e a giocare con le prime telecamerine. E’ qui che nasce quello straordinario sodalizio web-cinematografico di cui fanno parte anche Francesco Ebbasta, Giuseppe Tuccillo, Alfredo Felco, Nicola Verre, Roberta Riccio, Danilo Turco, Andrea Leone e Antonella Di Martino.

Tutti giovani con meno di 30 anni. E’ qui che affonda le sue origini, insomma, la The Jackal srl, società di produzione tra le più creative ed innovative del panorama nazionale, di cui finalmente anche i media tradizionali iniziano ad accorgersi.Dopo una mini serie per Mtv, è La7 la prima emittente generalista ad investire seriamente sui videomakers napoletani. Anno uno, il talk condotto da Giulia Innocenzi con la benedizione di Michele Santoro, li ha infatti voluti come ospiti fissi. Ogni settimana, un loro corto. Un video incentrato sul tema della puntata. Per la prima, giovedì scorso, non si poteva che scegliere il dramma della disoccupazione e precarietà giovanile, con un esilarante Ciro che delude amici, fidanzata e genitori perché firma un contratto e inizia a lavorare. E in Italia, si sa, nessuno trova lavoro, per giunta retribuito! (clicca qui per vedere il video)

Nella II puntata, in onda giovedì 20 novembre, si parlerà invece di matrimoni gay. E ci sarà anche stavolta, c’è da scommetterci, da ridere e da riflettere. Attualità e satira condite da citazioni cinematografiche, come è da sempre nello stile the Jackal. Lo sanno bene i loro fans (circa 374mila su facebook) e lo sanno bene gli appassionati di internet che da anni li seguono su YouTube, facendo collezionare al loro canale più di 31milioni di visualizzazioni. Serie come Lost in google, Gay ingenui o The Parker sono diventati dei veri e propri cult per il popolo del web. Ma è stato Gli effetti di Gomorra-la serie sulla gente a consacrare il collettivo al grande pubblico.

Tre episodi – ribattezzati poi “trilogia della frittura” per via del tormentone deux fritture – da oltre 8milioni di click e special guests del calibro di Salvatore Esposito (il Genny Savastano della serie SKY) e, addirittura, Roberto Saviano.

Del resto proprio lo scrittore anticamorra li ha definiti, negli scorsi mesi, “la realtà artistica italiana più brillante degli ultimi tempi”. Parole che costituiscono senza dubbio un onore ma anche un onere per ragazzi così giovani. Ne abbiamo parlato con Simone Ruzzo e Ciro Priello, tra un selfie e una foto ricordo richieste dai fans che, numerosi, li hanno riconosciuti e avvicinati.

Siamo ovviamente molto contenti di essere stati definiti da Roberto in questo modo – dice Simone – e ci fa piacere essere apprezzati da lui come dal resto del pubblico”.

Ma si tratta anche di una responsabilità pesante…

“Noi tentiamo sempre di migliorarci di volta in volta. Non ci adagiamo mai” afferma.
“Il nostro è un lavoro sperimentale – gli fa da eco Ciro – puntiamo sempre verso l’alto, sempre a realizzare prodotti nuovi”.

Ma come è nata questa idea di coinvolgere proprio Saviano?

“Per fare un terzo episodio non poteva esserci che lui. O Roberto o niente, anche perché il II episodio, con Salvatore Esposito, aveva riscosso un successo straordinario. E lo step successivo poteva essere solo Saviano. Poi lui aveva già dimostrato interesse al progetto e sapevamo che gli avrebbe fatto piacere partecipare”.

Siete riusciti a fare ciò che forse nemmeno Fabio Fazio aveva fatto. Ci avete regalato un Saviano come non si era mai visto…

“Si è divertito molto anche lui – racconta Ciro – Era molto rilassato, a suo agio, sul set. Pensa che è arrivato preparatissimo, conosceva perfettamente la parte, si è comportato come un vero attore professionista”.

Con il successo de Gli effetti di Gomorra-la serie la vita vi è un po’ cambiata. E’ arrivata la tv. Sono arrivati tanti clienti importanti. I giornalisti fanno a gara per intervistarvi. Cosa è rimasto di quei ragazzini di provincia che giocavano a fare cinema?

“Noi siamo sempre gli stessi – ribatte Ciro – Siamo ragazzi ai quali piace divertirsi facendo video, e raccontare storie facendo video. Poi è chiaro che col tempo ci siamo strutturati, abbiamo sviluppato un’area commerciale”.
“Siamo una società di produzione – aggiunge Simone – che lavora anche per altri clienti, realizzando videoclip e spot pubblicitari. Ed è giusto che la community conosca anche questo aspetto di noi”.

Al cinema ci pensate mai?

“Assolutamente si. Ci piacerebbe molto” rivela Simone.

E quali attori vi piacerebbe dirigere?

“Leonardo Di Caprio – risponde Ciro senza batter ciglio – è un mio sogno da sempre, ma anche Will Smith”.

Non possiamo esser certi che ci riusciranno ma senza dubbio possiamo scommettere sul fatto che il curriculum artistico e professionale di questi talentuosi ragazzi sia ancora tutto da scrivere. Anzi, per chiuderla alla maniera delle serie americane che tanto amano, to be continued

Su Roberta Cibelli

Redattore

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