Roman Odoj. Foto fornita dall'intervistato
Roman Odoj. Foto fornita dall'intervistato

Roman Odoj: il musicista che insegna matematica

Oggi incontriamo un talento internazionale: Roman Odoj. Chitarrista, appassionato di musica elettronica con una professione non troppo lontana dalle metriche musicali: l’insegnamento della matematica. L’uscita del suo ultimo album, Fiasco, è già un successo, e noi preferiamo farcela raccontare da lui.

Roman Odoj. Foto di Jessica David
Roman Odoj. Foto di Jessica David

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo. Roman Odoj sei sia un musicista che un professore di matematica, come unisci la musica alla matematica?

La matematica e la musica sono per me le due maggiori forme dell’arte. Hanno molto in comune. Uno spazio infinito e non completamente scoperto. Sia l’arte che la matematica richiedono una grande quantità di immaginazione e di pensiero al di fuori dei soliti schemi per creare nuove strutture e modelli. Credo che questi due mondi si colleghino un po’ inconsciamente dentro di me. Provo una gioia simile nel risolvere i compiti e nell’esplorare le proprietà delle funzioni come nel fare musica.

Vita da solista e vita in una band. Cosa preferisci?

Mi piace creare in solitudine, in silenzio e senza fretta. Ma il momento più emozionante del processo creativo è quando altri musicisti iniziano a suonare le tue canzoni. Suonare musica dal vivo e le interazioni tra musicisti è l’essenza del suonare rock. Quindi, se dovessi scegliere, scegliessi la vita in una banda.

Ascolti la musica italiana? C’è qualche artista che ti piace?

Certo. La musica progressiva italiana è molto diversificata e ci sono già classici come la Premiata Forneria Marconi. Ma anche artisti contemporanei come Boris Savoldelli, apprezzo molto il suo approccio innovativo alla musica. Anche Stefano Panunzi e Fjieri creano la musica molto interessante. Penso che gli italiani abbiano una sensibilità eccezionale per la musica sia come ascoltatori che come creatori. Nel vostro paese, la buona musica ha sempre avuto un grande pubblico. Ciò che è una nicchia in altri paesi è un mainstream nel vostro paese. L’Italia per la prima ha scoperto il genio di Genesis. Ma alla fine non solo musica, ma anche cibo, design e stile. Mi piace molto andare in Italia. Bevo solo caffè italiano. Non c’è un giorno senza l’espresso direttamente dall’Italia.

Il concerto dei tuoi sogni, vorresti suonare con…

Con Genesis. Probabilmente non è possibile, ma quando si sogna… Ma devo dire che il set di musicisti del mio album è una banda da sogno. Oltre ad essere fantastici musicisti sono anche meravigliosi amici. E questo è il segreto della qualità della musica.

Roman Odoj. Foto fornita dall’intervistato

Parlaci di Fiasco, il tuo ultimo album.

Fiasco è un concept album ispirato al lavoro di Stanisław Lem. La ricerca del contatto con una civiltà aliena a tutti i costi e il desiderio di imporle la propria volontà ci mette nella posizione degli alieni. Ma le avventure nello spazio erano solo una scusa per giocare con la musica e i suoni. Ci sono molti ospiti che suonano sull’album grazie ai quali ci sono molti colori e stili. Ci sono alcuni assoli virtuosi e un meraviglioso basso del mio amico Arkadiusz Suchara con il quale suono nella banda Asformation. Lo stile progressivo delle canzoni permette di giocare con la loro forma e di non preoccuparsi di eventuali limitazioni.

Progetti in corso per i prossimi mesi?

Ho appena finito di registrare un album insieme a Przemyslaw Ruda. Sarà la strumentale musica elettronica piena di spazio e di atmosfera. Sto anche creando il mio nuovo materiale solista giocando con i suoni elettronici. È un’esperienza rinfrescante dopo aver lavorato su Fiasco e forse assumerà una forma più grande, almeno spero così.

Su Francesco Russo

Francesco Russo, giornalista e direttore del quotidiano "La Gazzetta dello Spettacolo", comunicatore digitale ed ufficio stampa di eventi e VIP.

Lascia un commento