Eliana Miglio. Foto di Marco Rossi
Eliana Miglio. Foto di Marco Rossi

Eliana Miglio: Sono una romantica!

Incontriamo l’attrice Eliana Miglio, questo novembre, nelle vesti di scrittrice, con il libro “La grande invasione delle rane”.

Eliana Miglio. Foto di Marco Rossi
Eliana Miglio. Foto di Marco Rossi

Un’attrice di spessore, Eliana, che ricordiamo in molte fiction di successo, con una grande propensione al racconto, alla scrittura.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Eliana Miglio. Come procede il tuo vissuto?

Bene, davvero bene! Grazie.

Come ha preso vita questo tuo libro, “La grande invasione delle rane”?

“La grande invasione delle rane” risale a qualche anno fa e nasce come un romanzo. Questa estate, il mio scritto, è stato scelto per fungere da tema di un evento sul lago, perché caratterizzato da un argomento di qualità, trattato con molta delicatezza, l’identità di genere. Nuova copertina, dunque, e nuova prefazione per questo mio romanzo. Un lavoro ambientato nel ’78, ma caratterizzato dalle stesse incertezze che vivono ancora oggi i ragazzi. La vera differenza, ci riflettevo proprio stamane, è nella consapevolezza, cosa che prima forse non esisteva, sul percorso vissuto da chi avrebbe scelto di seguire la strada dell’omosessualità. Di certo non era una passeggiata, differentemente da oggi, specie per chi vive nelle grandi città. Dibattiamo ancora, anche in questa epoca storica, sulle leggi, cosa che a mio avviso andrebbe rivista in base alle esigenze altrui, all’avanzare del cambiamento. Racconto di persone tormentate, se vogliamo, isolate, parola chiave di questo mio percorso da scrittrice. Nel 2006, quando il libro ebbe vita, mi fu suggerito di non utilizzare questa parola, cosa che oggi avviene con estrema naturalezza, specie dopo il lockdown che abbiamo vissuto. Un libro sincero, scorrevole, caratterizzato da personaggi che vivono uno spaccato di vita reale, seppure riporti ad una vena glamour.

Eliana Miglio. Foto di Marco Rossi
Eliana Miglio. Foto di Marco Rossi

Perché ambientare questo scritto proprio nel 1978?

Ho scelto, per il mio libro, il 1978, forse per un vissuto legato ai miei fratelli più grandi, forse per l’addio alla mia provincia, scegliendo come città di vita Milano. All’epoca ero anche una punk, e mi sentivo fighissima, in quel frangente. Un passaggio forte, a quell’epoca, se pensiamo al rapimento Moro, alla caduta del velo della democrazia cristiana, annessa ad una forte ribellione politica dei ragazzi. Forse sono questi i motivi che mi hanno spinto a scegliere quel periodo, per la caduta, forte, dell’illusione.

Cosa ne pensi, invece, di questo particolare momento storico, dei suoi problemi e delle inaspettate conseguenze?

Si tratta di un’epoca straordinaria, sofisticata, se vogliamo, seppure sia consapevolmente decadente. Partecipiamo tutti, ormai, al cambiamento, avvicinandoci piano piano a quelle che sono le nuove tecnologie, le nuove, se vogliamo, manie. Una omologazione forte, voluta. Personalmente, non amo tutto ciò che riporta al denaro, alla forte voglia di potere. Sono dell’idea che bisogna scegliere il lavoro che piace, seppure non renda molto. Sono una romantica e, forse, sembrerò di un’altra epoca e, in realtà, è così (ride).

Una carriera ricca di successi, di lavori importanti. Chi è Eliana oggi?

Vivo anch’io il mio cambiamento. Ero in una fase differente della mia vita. Ho un figlio grande ed ho vissuto questi miei ultimi anni in solitaria, riflettendo, scendendo da quel treno in perenne corsa. Ora, ti dirò, ne sto uscendo e ho voglia di capire cosa potrebbe accadere, prontissima a rimettermi in gioco.

Quanto sei riuscita a realizzare di quei sogni che avevi da ragazza?

Molto, ma non tutto! Da ragazzina avrei voluto studiare danza classica, ma non mi è andata male, in quello che è poi stato il mio percorso artistico. Se mi guardo allo specchio mi riconosco, mi voglio bene. Di certo, vorrei migliorare, perché non si finisce mai di imparare.

Un ruolo a cui sei ancora particolarmente legata?

Ho adorato il ruolo interpretato nel film di Sergio Castellitto, “Nessuno si salva da solo”. Ero la mamma hippy, con tanto di ciocca di capelli bianchi e aria svagatissima, di Riccardo Scamarcio. Sarei felice di ripetere un ruolo del genere, che possa darmi maggiore spazio, maggiore sfogo scenico.

Ti sei mai pentita di aver detto dei no?

Sicuramente! Da ragazza mi fu offerto di prendere parte ad un importante film francesce, ma rinunciai per amore di un uomo.

Un tuo sogno nel cassetto?

Vorrei avere la giusta concentrazione per scrivere il mio prossimo romanzo.

Cosa prevede il tuo futuro artistico?

Ho preso parte a due lavori, uno di Francesco Patierno e uno di Pupi Avati, entrambi per il cinema. Due ruoli piccoli, ma molto belli. Prossimamente, invece, presenterò il mio libro a Milano, il 1 dicembre, e a Roma, il 6. Vi aspetto!

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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