Pino Strabioli. Foto dal Web
Pino Strabioli. Foto dal Web

Pino Strabioli: il teatro è conoscere se stessi

Oggi incontriamo Pino Strabioli, che da il via alla terza edizione di “TEATRinSCUOLA” di cui è direttore artistico.

L’attore, autore, conduttore televisivo, regista teatrale che da sempre si divide fra piccolo schermo e teatro.

Il progetto prevede “laboratori di formazione dello spettatore”, rivolti ai giovani delle scuole secondarie di primo e secondo grado, agli insegnanti ed alle loro famiglie ed intende utilizzare il Teatro quale forma artistica di perfetta sintesi per affrontare e approfondire tematiche di interesse sociale e culturale.

Pino Strabioli. Foto dal Web
Pino Strabioli. Foto dal Web

L’originalità di “TEATRinSCUOLA” è proprio quella di voler far conoscere il teatro, di educare “alla visione”. Sono consolidati, negli istituti scolastici, i laboratori teatrali, che portano i giovani in palcoscenico. L’obiettivo di questa iniziativa – apprezzata, tanto è vero che sono stati più di 10 mila gli studenti coinvolti – è di portare i giovani in platea.

Benvenuto a Pino Strabioli su La Gazzetta dello Spettacolo. Cosa può dirci su questa iniziativa?

Grazie a voi. Parliamo di laboratori preparatori per la visione degli spettacoli teatrali. Il progetto “Teatrinscuola”, rivolto ai giovani delle Scuole secondarie di primo e secondo grado, utilizza il Teatro per affrontare e approfondire con gli studenti, tematiche di interesse sociale e culturale. Ogni sezione del progetto viene preceduta da un ciclo di Laboratori Preparatori gratuiti per le Scuole, con lo scopo di illustrare le tematiche degli spettacoli. I laboratori sono svolti in maniera completamente interattiva, permettendo agli studenti di partecipare in modo dinamico e consapevole. I laboratori sono tenuti, quasi esclusivamente, da attori che fanno parte del cast dello spettacolo a cui gli studenti assisteranno. Questo fa sì che i giovani possano familiarizzare il più possibile con il prodotto teatrale. Non vogliamo platee di spettatori passivi e puntiamo sulla formazione del pubblico di domani. Solo così, i ragazzi possono cogliere il reale valore di bellezza e di impegno etico del teatro ed essere seduti in platea non come spettatori passivi ma come veri e propri fruitori attivi della scena.

Perché il teatro è così importante per le persone?

Il teatro è un modo per imparare a conoscere se stessi e conoscere il mondo con un’intensità e una verità differente. Ci permette di fare i conti con le pulsioni che caratterizzano l’essere umano, con vizi, debolezze e ritrosie. Ci permette di uscire dalla nostra zona di comfort in modo sbalorditivo e assolutamente utile. Il teatro, e più in generale l’arte, possono avere un grande potere benefico sulle comunità, e quindi sulla società intera. A volte si tende a credere che la cultura faccia del bene solo a livello astratto, ma in realtà ha degli effetti molto concreti: può aiutare le persone a trovare una nuova strada nella vita, a riconoscersi in un gruppo con cui condividere le stesse passioni, e molto altro ancora. Il teatro è un veicolo sociale potentissimo, perché diffonde arte, bellezza e cultura. Queste sensazioni arrivano a tutti in maniera trasversale, a prescindere dal livello culturale o sociale. Tutti possono amare la bellezza ed esserne rapiti. Questa bellezza educa, addolcisce, aiuta anche ad essere meno aggressivi e a comprendere il concetto di tolleranza.

Un augurio per chi intraprende questi percorsi?

Questo è un anno molto particolare. Usciamo da un periodo difficile che, però, ci ha mostrato come niente possa essere dato per scontato e come ogni occasione debba essere considerata una cosa preziosa. Ecco, spero che questo sia un anno in cui i ragazzi apprezzino la quasi ritrovata libertà e che decidano di investire parte del loro tempo ricercando arte e bellezza, come uniche vie di speranza, sogno ed emozioni. Ci impegneremo a fondo per far sì che i giovani possano entrare in contatto con qualcosa di estraneo a loro che li sproni a crescere, a migliorare, che li stimoli ad approfondire la conoscenza ed il sapere, che li faccia riflettere, e che possa fornire loro un linguaggio universale per comunicare.

Dei suoi progetti futuri cosa può anticiparci?

In teatro continuerò a girare con lo spettacolo omaggio a Paolo Poli “Sempre fiori mai un fioraio”, riprenderò “La vacanza” su testo di Giovanni Anversa, sarò in scena con lo spettacolo “Abolite gli armadi, gli amanti non esistono più!” su testo di Maurizio Costanzo e lavorerò nel 2022 su un progetto teatrale nuovissimo in omaggio a Pier Paolo Pasolini, per festeggiare il centenario della sua nascita. In televisione proseguirò con il ciclo di puntate de “Il caffè di Rai Uno” e la trasmissione “Io li conoscevo bene” con Maurizio Costanzo. In radio proseguirò con la trasmissione “Grazie dei fiori” su Rai Radio Due.

Su Sara Morandi

Insegnante per vocazione, giornalista per passione. Amo il teatro perché incarna le emozioni viventi delle nostre anime. Ho sempre scritto di spettacolo e questo mi ha reso felice e mi rende tuttora. Divoro libri e il mio sogno sarebbe quello di scrivere un romanzo.

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