Sergio Rubini regista di Il grande spirito, in una scena di Il Mio Vicino del Piano di Sopra. Foto da Internet.
Sergio Rubini regista di Il grande spirito, in una scena di Il Mio Vicino del Piano di Sopra. Foto da Internet.

Il grande spirito, al via le riprese

Primo ciak per Sergio Rubini con Il grande spirito

Partono oggi ed andranno avanti per sei settimane nello scenario di Taranto le riprese di Il Grande Spirito, il nuovo film di Sergio Rubini.

Sergio Rubini regista di Il grande spirito, in una scena di Il Mio Vicino del Piano di Sopra. Foto da Internet.
Sergio Rubini regista di Il grande spirito, in una scena di Il Mio Vicino del Piano di Sopra. Foto da Internet.

Una commedia amara e imprevedibile sull’amicizia tra due perdenti. E’ questo il tema del nuovo film dell’attore e regista prodotto da Domenico Procacci, una produzione Fandango con Rai Cinema e il supporto logistico di Apulia Film Commission.

Il film ha come protagonisti lo stesso Rubini e Rocco Papaleo, con Bianca Guaccero e Ivana Lotito, la sceneggiatura è di Carla Cavalluzzi, Angelo Pasquini e Sergio Rubini, da un soggetto scritto dagli stessi sceneggiatori e Diego De Silva. La fotografia è di Michele D’Attanasio, le scene di Luca Gobbi e i costumi di Patrizia Chericoni.

Il grande spirito

La storia è ambientata in un quartiere della periferia di Taranto. Durante una rapina, uno dei tre complici, un cinquantenne dall’aria malmessa, Tonino detto Barboncino (Sergio Rubini) approfittando della distrazione degli altri due, ruba tutto il malloppo e scappa.

La sua corsa procede verso l’alto, di tetto in tetto fino a raggiungere la terrazza più elevata, per rifugiarsi in un vecchio lavatoio, dove trova uno strano individuo (Rocco Papaleo) dall’aspetto eccentrico: sostiene di chiamarsi Cervo Nero e di appartenere alla tribù dei Sioux.

Dal suo canto Tonino è sotto assedio: il quartiere è presidiato dai suoi inseguitori, gli angoli delle strade controllate.

In questa immobilità forzata, realizzando di essere completamente solo, a Tonino non rimane che un’unica disperata alternativa: allearsi con quello squilibrato che si comporta come un pellerossa e che, proprio perché guarda il mondo da un’altra prospettiva, potrà forse fornirgli la chiave per uscire dal vicolo cieco in cui è finito.

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