Che fine ha fatto Psy?

Dopo 5 anni dalla sua pubblicazione su YouTube, il primato in termini di visualizzazioni del video “Gangnam Style” di Psy è stato insidiato da “See you again” di Wiz Khalifa e Charlie Puth. Il 27 settembre 2017 la clip del cantante coreano contava ben 2.955.513.496 visualizzazioni, contro le 3.128.656.739 visualizzazioni di “See you again”, brano composto per “Fast & Furious 7” e dedicato all’attore Paul Walker, deceduto nel 2013 a causa di un grave incidente automobilistico.

Per anni, quindi, il video di Psy è stato il più visto in assoluto via web. Non è semplice cogliere la formula magica alla base di tale successo. Sappiamo solo che a Psy è riuscita una combinazione che ha vinto: colori accesi, atmosfere da cartone animato, esplosioni, donne avvenenti, lusso, mossette e un motivetto dance estremamente catchy, il tutto coniugato con una certa dose di ironia.

PSY. Source Wikimedia. Copyright By Wikimedia
PSY. Source Wikimedia. Copyright By Wikimedia

Forse è proprio l’ironia del cantante ad aver fatto la differenza. Psy, al secolo Park Jae-sang, è nato il 31 dicembre 1977 nel distretto di Gangnam a Seul, capitale della Corea del Sud. Il distretto di Gangnam è ampiamente conosciuto in Corea per la sua strabiliante concentrazione di ricchezza e per essere un quartiere residenziale dall’altissimo livello di benessere, tanto da essere considerato l’equivalente coreano di Beverly Hills in California.

Gangnam è un quartiere di lusso in una città ricchissima come Seul, una delle punte di diamante del capitalismo asiatico. La Corea del Sud è infatti terra di colossi ultratecnologici, di case automobilistiche e di metropoli i cui grattacieli avveniristici svettano oltre l’immaginabile. I coreani del sud affermano il loro status sociale prediligendo il lusso e curando moltissimo la loro estetica personale, tanto da risultare ai vertici mondiali quanto a spesa annuale media per il make-up. Non solo trucco e fitness: la chirurgia plastica è una vera e propria ossessione per loro e rappresenta un mercato in continua espansione. Sul lavoro altissimi picchi di produttività e tanto stakanovismo. In Corea del Sud persino i giocatori di poker battono ogni record, come nel caso di Elky Grospellier.

È in questo contesto che si inserisce Psy, il re del K-Pop, che dopo il successo del 2012 ha continuato a portare avanti la sua carriera mantenendo questa sua immagine, il suo stile sfarzoso, ironico e cartoonesco.

Nel 2013 è uscito il video “Gentleman”, clip che si è aggiudicata il primato di “video più visualizzato nell’arco di 24 ore”. Nel 2014 ha presentato con il rapper statunitense Snoop Dogg un nuovo singolo, intitolato “Hangover”. Il video del brano ha raggiunto 45 milioni di visualizzazioni in poco più di quattro giorni, ma non ha di certo “rotto l’internet” come i suoi lavori precedenti. Nel mese di novembre pubblica il singolo “Napal Baji” con il rispettivo video musicale.

Il brano è uscito il giorno prima del suo settimo album, “PSY 7th Album”, album che contiene anche una collaborazione con Ed Sheeran e will.i.am. Pur non avendo avuto grande eco mediatica, a maggio di quest’anno è uscito l’album “PSY 8th 4X2=8”, anticipato dai singoli “New Face” e “I Luv It”. Psy è rimasto fedelissimo a sé stesso, al punto che la sua ultima fatica discografica sostanzialmente non rappresenta più nulla di particolarmente nuovo all’interno del mercato discografico pop e non fa parlare molto di sé. Insomma, noi ci chiediamo che fine abbia fatto, ma lui è sempre lì esattamente come lo abbiamo lasciato e vuole farci ballare ancora. Una perla per gli amanti del trash: nel video “I Luv It” abbiamo un cameo di Piko Taro, autore del virale “Pen Pineapple Apple Pen”.

PSY. Source: Wikimedia. Copyright By Wikimedia
PSY. Source: Wikimedia. Copyright By Wikimedia

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