Andrea Bosca

Andrea Bosca, amore e rispetto per il lavoro

A tu per tu con Andrea Bosca

Arriverà su Rai 1, il 13 e 14 Febbraio, la miniserie C’era una volta Studio Uno che racconterà il mito di Studio Uno con un cast eccezionale che va da Alessandra Mastronardi, Diana Del Bufalo, Giusy Buscemi, fino a Gianpaolo Morelli, Gianmarco Saurino e Andrea Bosca.

L’attore Andrea Bosca torna, finalmente e nuovamente, in TV dopo il successo nella fiction I Medici. In C’era una volta Studio Uno lo troveremo nei panni di Stefano. Ma non finisce qui, l’attore è impegnato in questi mesi sul set della nuova fiction Il Capitano Maria, dove recita accanto a Vanessa Incontrada. Lo troveremo poi, nell’attesissima fiction Romanzo Famigliare con Vittoria Puccini.

La Gazzetta dello Spettacolo rincontra Andrea Bosca…

Bentornato su La Gazzetta dello Spettacolo Andrea Bosca. Sarai in TV con la miniserie C’era una volta Studio Uno. Mi parli di Stefano, il tuo personaggio?

Stefano è l’aiuto coreografo di Don Lurio, responsabile del corpo di ballo di Studio Uno. Un preparatore serio e carismatico che crede profondamente nella bellezza della danza. Sa che non ci si può improvvisare, che solo chi lavora duramente può riuscire.

Per questo è severo con Elena (Giusy Buscemi), che inizialmente punta solo sull’avvenenza. Ma quando la ragazza ci metterà il cuore, Stefano saprà riconoscerlo e inizierà qualcosa di speciale.

Ti somiglia? In cosa credi di essere diverso da lui?

Stefano mi somiglia nella volontà di prendersi cura di ogni dettaglio, nella vita dedicata alla cosa che amo fare, nel guardare il mondo con gli occhi della passione. Ma ha anche una durezza con gli altri che io non ho, perché deriva dal ruolo di responsabilità che il mio personaggio ha all’interno di Studio Uno. La durezza la riservo a me stesso, mi serve per spingermi sempre più in là. Quel che faccio e come lo faccio è vitale per me.

Quale messaggio speri colga il telespettatore di questo personaggio?

L’amore e il rispetto per il proprio lavoro è pari all’amore e al rispetto che si ha per se stessi e per gli altri. Lavoro e amore non sono due opposti.
Convivono, creano insieme. La nostra dedizione è una delle forme dell’amore.

Quale credi invece sia il messaggio della fiction?

Studio Uno era uno spettacolo nuovo, dove il talento era il fulcro su cui girava ogni serata. Il talento delle nostre protagoniste, la loro umanità, la loro voglia di rischiare lascerà il segno.

Che esperienza é stata per te, questa?

Per Studio Uno ogni dettaglio è stato accuratamente preparato, le capacità affinate in ore e ore di prove. Nelle mie ricerche, ho incontrato diversi coreografi e intervistare Vittorio Biagi è stato meraviglioso. Ho sentito che il mondo della Danza e il mondo del Teatro -a cui io appartengo- hanno molto in comune. Sono stato a lungo allo IALS per immergermi nel ruolo, e io e Giusy dobbiamo tutto a Michela Crescentini, la coreografa del nostro film: ci ha regalato sfide e soddisfazioni. Attendo le scene di danza con emozione.

Come ti sei trovato con il cast? C’è un ricordo o un aneddoto particolare che ricorderai, condiviso con gli altri attori?

Molti degli artisti sono amici che avevo già incontrato negli anni e a cui sono legato. Dopo le registrazioni, siamo stati spesso tutti insieme a cena. Parlavamo di tutto e dopo, all’Hotel Boston di Torino, a notte fonda improvvisavamo canzoni a squarciagola. Non ci hanno sbattuti fuori, si vede che sono piaciute! Ho fantastici ricordi delle prove di danza con Giusy e Michela, delle riprese con tutto il corpo di ballo… C’era un passaggio molto veloce che continuavamo a sbagliare. Io e Giusy abbiamo dato un nomignolo ad ogni passo difficile e riprovando li “chiamavamo” ad alta voce. Insomma, una gabbia di matti… creativi!

So che sei in Puglia, per girare la fiction Il Capitano Maria con Vanessa Incontrada. Cosa puoi dirci?

Sono il Tenente Enrico Labriola dei Carabinieri e affianco Il Capitano (Vanessa) nelle indagini su una città portuale del Sud. La regia di Andrea Porporati è avvincente.. Il mio personaggio si troverà coinvolto personalmente in una misteriosa guerra tra giovani e vecchi malavitosi dove il web e il deep internet si rivelano il nuovo terreno di scontro. E’ un uomo buono e onesto che vive una frattura interna molto forte tra affetti e dovere.

Un momento d’oro per Andrea Bosca. Non ti fermi mai! Come fai a fare tutto?

Amo immergermi nei miei personaggi e ho sempre avuto interesse per i peculiari comportamenti delle persone.
E’ vitale per me impiegare tempo per leggere e rileggere i materiali, per stare e assorbire situazioni, luoghi, modi di fare. E più lo faccio, più mi dà forza, passione, voglia di rischiare.

In una scorsa intervista mi hai detto che un ruolo che vorresti ottenere in futuro sarebbe quello di Sean Penn in Mystic River. È ancora quello?

E’ stato un ruolo che mi ha profondamente colpito e rimane nel mio cuore, così come recentemente il meraviglioso il Lenny Belardo di Paolo Sorrentino interpretato da Jude Law in The Young Pope o i due fratelli di E’ solo la fine del mondo di Xavier Dolan interpretati da Gaspard Ulliel ed il grandissimo Vincent Cassel.

Altri progetti futuri di cui puoi anticiparci qualcosina?

Sono orgoglioso di far parte di Romanzo Famigliare, una serie tv di Francesca Archibugi di 6 puntate per Rai Uno. Sarò Giorgio Valpredi, giovane rampollo di una famiglia di industriali livornesi, un po’ donnaiolo, un po’ scemo, un po’ il miglior amico che potresti mai desiderare. Tutto in livornese doc…

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