Sorci Verdi

Dove sono i sorci verdi?

Sorci Verdi

Seconda puntata dei Sorci Verdi per J-Ax su Rai2 nell’improbabile ruolo di anchorman; ben lontano dalla conduzione stile David Letterman, il programma delude ancora. Dopo i 485.00 spettatori della prima uscita, è chiaro che il titolo del programma abbia tratto in inganno gli abbonati: l’unico verde che domina e regola il ritmo -non lento ma neppure strabiliante della trasmissione- è quello della gangja: presenza costante, evocata e sottintesa tra frizzi e lazzi che mirano a condurre, in maniera poco credibile, l’annosa battaglia per la liberalizzazione delle droghe leggere.

Apprezzabile il tentativo di J-Ax quando, durante l’intervista con Marco Travaglio che presenta la sua ultima fatica letteraria, sostiene che sia preferibile evitare l’uso della cannabis prima della maggiore età; come dire ad un ludopata di giocare responsabilmente.

Il picco di maggior noia viene raggiunto quando Grillo e Renzi si sfidano a colpi di rap in un videogioco, mentre le inserzioni di taluni filmati strappano un sorriso per l’ironia con cui trattano tematiche come la scelta vegana o quando fanno il verso all’imperversare televisivo dei realities sulle case.

Altro punto totalmente a favore è la scelta, una volta di casa alla RAI, di affidare gli inserti musicali ad un’orchestra dal vivo, in questo caso ben gestiti dal sorriso e dal talento di Paolo Jannacci; restano però molti dubbi sul tipo di linguaggio che permea i testi della trasmissione: un italiano regionale, uno slang made in Parco Lambro tra parolacce gratuite, bamba e perquisie.

Sono decisamente lontani i tempi del preveggente Arbore di “Quelli della notte” o del potere culturalmente eversivo di “Su la testa” di Paolo Rossi e non torneranno certamente con un programma che di innovativo non ha nulla se non la figura simpatica e irriverente di J-Ax, che neppure in compagnia dei tre topi di stoffa e di colore verde, riesce a stare a suo agio nel ritmo della trasmissione.

Su Monica Lucignano

Redattore