Interviste Loredana Simioli e Gianni Ferreri per La sposa

mamma e figlia

La commedia ‘La sposa’ andata in scena dal 5 al 15 novembre al Nuovo Teatro Sancarluccio, con Loredana Simioli e Gianni Ferreri, diretta da Gennaro Silvestro e scritta da Loredana Simioli e Giorgio Caruso, attraverso la comicità della Simioli unisce lo sguardo cinico di chi deve combattere costantemente tra l’ispirazione ed i sogni di gloria artistica e la realtà quotidiana dei suoi personaggi. Trama svolta dietro ad un velo del sipario, che nasconde il dramma interiore della protagonista, pur in un contesto narrativo di ilarità.

La performance della Simioli ne attesta la crescente maturità artistica unitamente alla consapevolezza che nella scelta di questo tipo di carriera si è sempre alle prese con un continuo debutto. Unitamente ad una maturazione personale la Simioli affronta con rigore e professionalità il ruolo che risulta vincente grazie al lavoro di smussamento sul carattere artistico, che lascia alle spalle le insidie dei personaggi popolareschi, collocandola di diritto tra le interpreti schiette ed intense.

Al termine della rappresentazione abbiamo posto qualche domanda agli interpeti.

Signora Simioli lei ha detto in qualche intervista che preferisce dimostrare al parlare di sé. Pensa che in questi anni è riuscita a dimostrare tutto quello che avrebbe voluto? O manca ancora qualcosa?
Manca sicuramente ancora qualcosa. Dopo questa piece sto già pensando di mettermi al lavoro per pensarne ad un’altra, da domani, anche se questa è appena nata. Portando in giro questo lavoro man mano scrivo l’altro.

Quanta determinazione nel suo essere donna, mamma, attrice, ci vuole per tenere insieme il tutto?
Tantissimo, perché all’inizio coltivi una cosa e ne scende un’altra, siamo più di una cosa, la bravura è proprio mantenere questo equilibrio altrimenti non funziona niente.

E’ riuscita nel giungere all’equilibrio?
Questo è un percorso quotidiano, ci metto sempre tutto quello che posso per riuscirci.

Nei personaggi che scrive, c’è inconsapevolmente una parte nascosta, che esce allo scoperto. Possono considerarsi come una specie di terapia?
Soprattutto questo spettacolo onestamente mi sono voluta togliere un bel pezzo del passato da dosso.

Lei ha detto ‘Nei momenti difficili questo mestiere fa smettere di sognare’. Quante volte le è capitato?
Nel mio percorso è capitato solo una volta, parlando con altri colleghi, quelli che hanno scalato belle montagne, dicono che viene a tutti questa crisi. Quando ti arriva là puoi definire veramente se andrai fino alla fine, perché facci caso proprio le donne fino ai quarant’anni fanno le attrici poi è difficile mantenere il ruolo dell’attrice e lasciano, invece di continuare.

La trama dello spettacolo di questa sera, in qualche modo riflette la sua esperienza personale, quanto ha dovuto lottare per intraprendere la carriera artistica?
Possiamo dire tutta un’infanzia, tutta una adolescenza ed una giovinezza. Alla fine solo tu decidi se vuoi farlo, dipende dalla determinazione.

Dal lato cinematografico c’è qualche progetto?
Prossimamente uscirà ‘Troppo napoletano’ al cinema con la regia di Gianluca Ansanelli, che è un collega e da anni ci conosciamo.

C’é un ruolo in particolare che vorrebbe interpretare?
A teatro sicuramente il ruolo di Filumena Marturano con Luca De Filippo, anche se per questi prossimi dieci anni a venire vorrei fare cinema a volontà, con genere Almodovar, anche commedie con Verdone.

Sogno nel cassetto?
Avere una casa con giardino.

 

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Gianni Ferreri è il coprotagonista sulla scena de ‘La Sposa’ dove interpreta ben tre ruoli: quello della madre, del fratello e dello zio Gino. Ferreri è padrone del palco, dove si muove con l’esperienza di chi conosce bene la polvere del palcoscenico. La sua sensibilità lo porta a cogliere il particolare di un personaggio e metterlo in scena, come per quello della madre, ispirandosi alla figura della nonna materna, come dichiarato al termine della rappresentazione. Ferreri convince anche nel ruolo dello zio omosessuale, motivo della sua fuga da una famiglia troppo legata ad una mentalità arretrata, quella del ‘non si deve sapere’ . La fuga da sé stessi con l’illusione di ritrovarsi solamente in un altro luogo è ben interpretta dall’eclettico Ferreri che non scivola nelle banalità o le insidie del ruolo, mantenendo il focus interpretativo sul conflitto interiore.
Tra la TV ed il teatro, cosa le calza meglio, ovviamente con le dovute differenze interpretative?
Sono differenze sostanziali. Per me è un ritorno al teatro, perché io nasco con il teatro, prestato alla televisione, prestato tanto per dire. Le differenze sono quelle che conosciamo tutti, il teatro è una riprova sera per sera, non c’è la possibilità del ‘facciamone un’altra’, quando hai sbagliato una battuta o un tempo comico resta sbagliato, quindi c’è questa emozione anche perché il pubblico ti dà delle sensazioni, ti dà l’energia giusta per capire che cosa vuole, dove puoi indirizzare il flusso dell’energia che stai accumulando e catalizzando. Questo per un attore è una grande palestra., è una bella prova di per sé.

Progetti?
Parto tra poco in torunée con lo spettacolo ‘Una bugia tira l’altra’ di Luigi Russo, dove in compagnia con noi c’è Nicola Canonico, Natalie Caldonazzo, Annalisa Favetti, Cecilia Taddei, che stiamo portando in giro già dall’anno scorso. Giovedì 19 novembre inizierò a girare un film qui a Napoli intitolato ‘Gramigna’ per la regia di Sebastiano Rizzo. A dicembre farò uno spettacolo insieme a Daniela Morozzi (la toscana che faceva mia moglie in ‘Distretto di polizia’) debuttiamo al Teatro Puccini di Firenze con uno spettacolo che si chiama ‘Il canto delle api’, sulla vita sociale delle api, nel quale io interpreto un fuco ed un acaro. Ad aprile debutteremo sempre insieme a Daniela con uno spettacolo al Teatro Golden che è il teatro che riproduce.

 

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Simioli e Ferreri

 

Su Laura Scoteroni

Partenopea di nascita, viterbese di adozione. Giornalista con la passione per la cultura, la musica di qualità, la poesia. Attraverso le parole fermo il tempo di avvenimenti, note e immagini. Scrivere per me è come respirare, se possibile senza asma.

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