Bruno Bavota

DiscoDays 2015: a Bruno Bavota il premio giovani

Bruno Bavota

La Musica è capace di regalare storie incredibili che spesso assumono il contorno di vere e proprie favole. E’ il caso di Bruno Bavota, 31enne compositore napoletano che in pochi anni, e 4 album, si è ritagliato un ruolo da protagonista nel filone neo-classico che l’ha portato ad esibirsi in tutta Europa e Giappone.

Merito di una Musica che parla al cuore attraverso suoni che tessono atmosfere sconosciute fino ad ora.  Per queste motivazioni Bruno riceverà il Premio DiscoDays giovani (in passato vinto da Foja, Gennaro Porcelli, Tarall & Wine).
L’abbiamo intervistato in esclusiva per voi.

La tua è la classica storia da film. Un amore per la Musica sbocciato relativamente tardi, e senza particolari studi sulle spalle, fino all’exploit de Il Pozzo d’Amor (2010). Uno degli esordi più interessanti degli ultimi 5 anni. Quando hai scoperto l’abbraccio della Musica?

Innanzitutto buonasera a tutti i lettori. La musica mi ha abbracciato come ascoltatore, prima di riempire ogni giorno della mia vita. Dico sempre che la musica mi ha salvato la vita, è un fuoco che mi scalda e mi fa sentire vivo. Sono partito dalla chitarra, avevo vent’anni e iniziai a suonare la chitarra acustica mancina di mio fratello – è strano a dirsi, ma ho sentito subito l’esigenza di suonare qualcosa che fosse mio, senza riprodurre brani altrui. Avvertivo che con quella chitarra avrei potuto esprimere tutto ciò che avevo ed ho dentro, è davvero difficile da spiegare, ma nel momento in cui accarezzai le corde della chitarra, mi sentii sereno. Qualche anno dopo chiesi ad un caro amico (che adesso fa lo chef in Giappone) di prestarmi il suo piano digitale: il suono del piano mi stregò dal primo momento, avevo ascoltato molta musica al pianoforte, ma nel momento in cui toccai i tasti, fu meraviglioso! Quel suono divenne subito l’eco della mia anima, e provare una sensazione del genere ogni volta che suono il pianoforte, mi fa sentire un uomo molto fortunato. Così, nel 2010 registrai ‘Il pozzo d’amor’, senza alcuna pretesa, semplicemente per amore della musica.

Hai 4 album e numerosi concerti all’attivo, ma fai parte di un genere che non ha un vero e proprio circuito. Visto l’exploit di Einaudi credi che il futuro della Musica neo-classica, o per pianoforte, sia nel mainstream o continuerà a ad avere la sua nicchia di mercato?

Fuori dall’Italia c’è un circuito molto ampio di etichette e promoter che si occupano di questo genere, ci sono tante persone ai concerti, quindi è un genere che potenzialmente può essere mainstream. Hai citato Einaudi, e se ci riflettiamo possiamo tranquillamente definirlo al limite del mainstream, visto il grande bacino di ascoltatori che abbraccia. La nicchia mi piace molto, ti permette di interagire tanto con le persone e soprattutto, i concerti più raccolti, ti permettono di esprimerti al meglio, di dare davvero qualcosa di unico a chi ascolta e sentire le loro emozioni mentre suoni.

Nell’ambito del DiscoDays | Fiera del Disco e della Musica riceverai il premio “DiscoDays Giovani”. Qual è il tuo rapporto con la Musica in Vinile e può essere un supporto in grado di risollevare il mercato?

Il vinile sta andando davvero fortissimo, ed è un formato che adoro. In realtà credo che il mercato può essere risollevato solo dalle persone. Certo, chi è nel mercato discografico può sicuramente creare input per stimolare il pubblico. Anni fa si compravano tanti dischi, si andava nei negozi per ascoltare un album nuovo. Ora con Spotify, Soundcloud e tanti altri strumenti di streaming, si è un po’ persa la bellezza del disco fisico, anche se ci sono ancora tanti estimatori del formato classico.

Cosa cerchi nella Musica degli altri?

Cerco familiarità, calore e passione! Di ascoltare la loro storia, che è diversa per ogni artista

La tua musica ti ha portato a girare il mondo, nel 2013 hai suonato alla prestigiosa Royal Albert Hall di Londra, nel 2014 sei stato protagonista di concerti in Giappone e tra pochi giorni partirai per un Tour europeo che oltre l’Italia toccherà Germania, Belgio e Olanda. Non hai mai cercato di essere “profeta in Patria” ma non credi sia giunto il momento per un grande evento nella tua Napoli?

Ho cercato di fare qualcosa anche nella mia città, però senza metterci tutte le mie energie. Avendo tantissimi riscontri all’estero, ho messo tutto il mio impegno nel crearmi un circuito internazionale che potesse dare valore alla mia musica, ma credo non sia mai troppo tardi: stiamo preparando qualcosa a Dicembre, e spero presto di darvi tutti i dettagli!

E noi non possiamo fare altro che attendere fiduciosi.

Su Redazione

Redazione Giornalistica