Nello Daniele e il cast
Nello Daniele e il cast

Pino Daniele: la festa, l’ omaggio

Nello Daniele e il cast
Nello Daniele e il cast

Il 19 marzo è stato un momento speciale per i fans di Pino Daniele; avrebbe compiuto sessant’anni, il lazzaro felice, e festeggiato il suo onomastico e la festa del papà. Il suo transito terrestre si è arenato in Maremma, all’ inizio di quest’ anno, la sua leggenda è viva nel cuore di chi, fin dai tempi del Diaz, lo ascoltava nei locali più improbabili di Napoli.

Il Comune di Napoli ha fortemente voluto questa iniziativa e il popolo di Pino ha risposto in maniera eclatante, al punto di costringere gli organizzatori a spostarsi al Palapartenope per l’esubero delle prenotazioni. Come tutti i grandi, Pino Daniele  è transgenerazionale: i ragazzi del periodo di Batracomiomachia, i figli di quei ragazzi che con una  cultura solo in apparenza nuova provarono a cambiare Napoli, ma anche i ragazzi che lo hanno scoperto da poco. E nessuno di loro ha sbagliato un solo verso delle canzoni che hanno preceduto l’apparizione di Nello Daniele sul palco. L’effetto è stato destabilizzante; l’attesa di vederlo comparire a pestare le tavole del palcoscenico imbracciando la chitarra è stata vana. Racchiusi in un’ enorme bolla fatta di note e fotografie del musicista, sospesi tra l’ essere e il divenire, si grida il suo nome a gran voce, urla e applausi come si fa abitualmente nei concerti; ancora una volta, il popolo di Pino non piange, realizza la perdita e la elabora attraverso il desiderio di cantare non più con Pino, ma per Pino.

Gianni Guarracino, Nello (che spesso ha eseguito questo brano insieme al fratello) e Tony Cercola aprono con “Je sto vicino a te”, ed è bravo Nello a non scimmiottare, cercando di dare la sua personale chiave di lettura del brano; per “Mareluna” si aggiungono Lino Pariota, Gianni De Vivo e Mariano Barba, e il pubblico gradisce. Peppe Lanzetta, invece, saluta l’ amico di scuola a modo suo, con il suo stile, con una penna che, questa volta, racconta, emoziona ma non graffia. E’ pur vero che, grazie alla tecnica del Mashing (come già fatto da Federico Salvatore e da Clementino) si è esibito anche Francesco Baccini, ma è altrettanto vero che non tutte le miscellanee di questo genere -che vedono titoli o frasi delle canzoni di Pino unirsi a formare una nuova poesia, un nuovo brano musicale- riescano perfettamente. Si apprezza la buona volontà.

Con lo stesso aplomb si ascolta la versione intimista e assai personale di “Lazzari felici” di Eugenio Bennato, ma “Bella ‘mbriana” con Pietra Montercovino è tutta n’ata storia, e la reazione entusiasta e partecipata del pubblico lo dimostra; anche “Anna verrà” assume un altro colore con i bassi graffiati di Pietra e le emozioni che riesce a trasmettere. I due momenti clou della serata, quelli in cui le lacrime sono sgorgate senza più freni, sono stati quelli in cui lo scrittore Maurizio De Giovanni ha fatto gli auguri a Pino e quello che ha visto l’ingresso di Enzo Avitabile in scena con Carlo Avitabile alle percussioni: i suoi ricordi, innanzitutto, l’ aver condiviso una parte del cammino insieme, il groove come esperienza comune e l’ abilità che sempre possiede Avitabile di coinvolgere il pubblico.

Ha presenziato alla serata anche Teresa De Sio, che ha cantato lo stesso brano dell’ ultimo concerto di Pino a Napoli e poi il gran finale: tutti sul palco e “yes I know my way”, prima di chiudere, alfa e omega, con il brano d’apertura. Il popolo di Pino non si scoraggi, altre serate ci saranno in cui si omaggerà e si tributerà all’ idolo un applauso senza fine; altri amici di Pino troveranno palchi e fans che li ascolteranno mentre raccontano in musica, la loro musica, una storia in cui si sa “comme fa ‘o core”. Quello vero, di chi lo ha conosciuto.

foto: il mattino.it

Su Monica Lucignano

Redattore