Pitti Uomo

Pitti Uomo 2017, vince l’accessorio

Tendenze della moda internazionale al Pitti Uomo 2017

Le tendenze della moda internazionale al salone fiorentino: le griffe puntano sugli accessori, in particolare sugli accessori, borse, scarpe, cappelli ma con materiali innovativi, dal dandy all’uomo che veste all’avanguardia, alle nuove tendenze per la donna, secondo le griffe internazionali in scena in questi giorni a Pitti Uomo a Firenze.

Pitti Uomo

E in questo contenitore meraviglioso escono, come fosse il cilindro di un prestigiatore, i talenti più veri, nuovi.

Duccio Venturi

Per Duccio Venturi imparare a leggere la moda…con i suoi codici, i simbolismi, le sue dietrologie, proprio come se fosse un libro da sfogliare e in cui immergersi per ritrovarsi arricchiti, icona di approfondimento culturale per suggerire il concetto di una moda che, in questi tempi, non è mai stata meno superficiale. Lo si intuisce certo dalla selezione di brand presenti in questa Edizione ’91 di Pitti Immagine 2017 negli spazi della Fortezza da Basso, stagione dopo stagione sempre più ricchi di novità italiane e straniere con un focus sull’artigianalità che combatte l’idea di un abbigliamento omologato e di poca qualità.

Al Pitti Uomo, ricerca, creatività, artigianalità, eccellenza….è nella creatività in cui Duccio Venturi ha sempre creduto e cercato, nato da una famiglia di imprenditori della calzatura e poi un percorso di intense collaborazioni con le più note maison di moda ed haute couture italiane e non come Cadette, Franco Moschino, Thierry Mugler e Sergio Rossi, e poi i primi passi con un proprio brand, Duccio Venturi Bottier, affiancato in unione sinergica dalla figlia Aliai, in quanto Venturi ha perfettamente compreso che, anche se l’abito può essere low cost o meno appariscente, sono proprio le scarpe che rimangono il vero accessorio fashion, la donna che si riappropria della propria femminilità, “ritorna sui tacchi” e torna ad essere l’oggetto del desiderio che fino dal Medio Evo è sempre stata.

Cappellificio Tesi

Grande attenzione dei buyers al Pitti Uomo anche per il cappellificio toscano Tesi, che dalla metà dell’800 insegna a fare cappelli partendo dalle trecce e dai cappelli di paglia, dall’eccellenza dei maestri artigiani di una volta alla classica forma Borsalino di oggi in feltro di lapin rasato, reinterpretata nei colori del nero, grigio, oceano, naturale, cammello e bruciato.

Piccoli borghi e paesi toscani, le trecciaiole sull’uscio di casa, mani che si muovono, rapide, svelte, a capo chino, una storia di artigianato che parte da metà dell’800 e continua oggi, nella produzione artigianale che tutto il mondo ci invidia e porta a dei fatturati importanti, portando il comparto del cappello, in Toscana, a fatturare oltre i cento milioni annui.

Le origini della Ditta Tesi risalgono alla metà del 1800, quando fu fondata a Signa una piccola compagnia specializzata nella produzione e nel commercio di trecce e cappelli di paglia.

Su Cristina Vannuzzi Landini

Nata a Firenze e residente a Firenze e New York é esperta in comunicazione, ufficio stampa e merchandising.

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