Isabella Greco

Isabella Greco con Tempo di Arred’Art

Tutto pronto per la mostra di Isabella Greco

Isabella Greco in mostra con Tempo di Arred’Art con il Patrocinio del Comune di Ercolano.

Isabella Greco

La pratica dell’arte ha oggi una particolare necessità nella società contemporanea poiché è proprio l’arte che riesce a rendere l’esistenza più ampia di quanto non appaia comunemente, rendendo percepibili occulte visioni. L’opera di Isabella Greco è una splendida testimonianza di come segrete visioni possano essere portate alla luce dalla prassi artistica: viene indebolita la visione esteriore dell’oggetto -la sua manifestazione fenomenica- operando una inedita sintesi fra percezione ottica e contemplazione interiore. Si originano opere parzialmente diverse dall’immagine visiva di un oggetto, ma che tuttavia non la contraddicono nella sua complessità. In altre parole l’artista amplia il retaggio dell’indagine ottica -che viene comunque usata come punto di partenza per pervenire ad una nuova interpretazione dell’oggetto- in cui l’oggetto viene a dilatarsi oltre al proprio apparire per assumere una dimensione nuova, trapassante ciò che l’occhio comune si limita a registrare: muovendo perciò dall’esteriorità ottica dell’oggetto l’artista , per intuizione, trae conclusioni sull’interno dello stesso.

L’impressione fenomenica sollecita l’io dell’artista a conclusioni intuitive che conducono ad una visione interiorizzata.

In sostanza Isabella Greco esemplifica quel procedimento creativo magistralmente ‘raccontato’ da Paul Klee in cui il grande pittore sostiene che l’artista è al tempo stesso creatura terrestre e creatura nell’ambito del tutto (cfr: Confessione creatrice e altri scritti, Milano, Abscondita, 2004). Le opere create dalla Greco si sviluppano attraverso l’intuizione e l’osservazione oltrepassando così il voluto e lo schematico indicando una nuova naturalezza, quella dell’opera”. Mentre Carlo Roberto Sciascia dice: “Nelle sue opere Isabella Greco propone centri di forza, che si agitano sulla superficie pittorica nel tentativo di esteriorare quell’armonia interna in grado di offrire percezioni distintive di momenti vissuti; essi, quali monadi Leibniziane, si accostano e, a volte, si sfrangiano in molteplici entità, formando un complesso di piccolissime emozioni che compongono la realtà stessa dell’artista. Gli elementi, costituenti le diverse percezioni, si alternano avvicinandosi tra loro e collegandosi armoniosamente in un’essenza universale che accolgono ogni energia spirituale e materiale. Tutto si evolve lungo la linea temporale “passato-presente-futuro” del <tempo psicologico>, che non influisce sul tempo assoluto dell’universo. Greco ricostruisce così pensieri personali e istanti di vita in strutture articolate e in linguaggi funzionali in grado di rimanere puri, nonostante vari effetti collaterali derivanti dall’ambiente esterno; per lei essi vivono un’intensa attività interna fino a ricongiungersi, poi, per modellare nel fluire del tempo ogni aspetto del suo mondo interiore, in cui si possono osservare le forme sostanziali dell’essere nelle quali l’universo curvo è rispecchiato.

Isabella Greco, così come Proust ne “La ricerca del tempo perduto”, constata come il tempo sgretola e modifica ogni cosa per cui si rifà alla memoria, ricostruendo il suo vissuto nel succedersi di sensazioni richiamate alla mente e rivissuto nella sua pienezza e autenticità. Le varie sensazioni provate dall’artista in tal modo si sovrappongono alle nuove percezioni, che regolano il rapporto tra il reale e la sensazione del reale, determinando altre forme di espressioni concrete partendo da elementi astratti derivanti da processi psichici, grazie ad un meccanismo di attribuzione di significato agli stimoli sensoriali provenienti dal mondo fisico esterno.

Isabella Greco

Nata a Casablanca e all’età di dieci anni si trasferisce a Napoli, dove più tardi seguirà gli studi presso l’istituto d’arte. Abita all’ombra del Vesuvio, dove arte e quotidianità sono parte integrante della sua intensa giornata di artista e arredatrice. Infatti , subito dopo gli studi inizia la sua attività di arredatrice che la porteranno ad incontrare nel 1990 Antonio Starnone con il quale crea la “GRESTAR”. La GRESTAR dà ad entrambi l’opportunità di risolvere la loro esigenza creativa, realizzando pannelli decorativi che uniti al desiderio di completare l’arredo personalizzandolo in modo davvero esemplare. Dopo questa collaborazione di circa 10 anni, inizia per lei un percorso di ricerca ad una nuova identità , variando così sia nella tecnica sia nei soggetti seguendo un filone che la porta all’astrattismo di oggi.

Isabella Greco nei suoi lavori cerca di parlare di se, e l’argomento che la rappresenta e che diventa quasi un’ossessione è “IL TEMPO”. Il Tempo che è rappresentato con forme circolari e colori, quasi a volerlo fermarlo, riviverlo, appropriarsene di nuovo. Alla scoperta di emozioni da riprovare…. L’infanzia, l’amore, la vita. L’essenziale , è ciò che fa si che la vita valga la pena di essere vissuta sempre in ogni singolo istante. Rilevandolo nei suoi dipinti cn le svariate forme e nella morbidezza dei toni e dei colori. Attualmente alcune delle sue opere fanno parte della collezione del Museo Diocesiano di Tursi.

Su Giovanni Cardone

Saggista, storico dell’arte e critico d’arte, docente di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea presso istituzioni universitarie e di alta formazione.

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