Altri Sud

Tina Sgrò e Salvatore Alessi, Altri Sud

Altri Sud è la mostra degli artisti a Como

Si inaugura Giovedì 10 novembre alle ore 18.30 la mostra Altri Sud di Tina Sgrò e Salvatore Alessi presso la Galleria MAG di Como a cura di Salvatore Marsiglione. Con il Patrocinio dell’Associazione Archivio Luigi Russolo di Como.

Altri Sud

La mostra si potrà visitare fino al 3 dicembre 2016. La mostra di due artisti preannuncia diversità e contrasto tra la loro espressione, e anche questa mostra alla galleria MAG di Como, segue questa linea concettuale, ma il principale interesse del curatore è stato quello di dare attenzione a due artisti passionali, due artisti che hanno radicati in loro gli elementi distintivi di un caloroso e coinvolgente Sud.

La passione e la forza espressiva sono le caratteristiche che inequivocabilmente uniscono i lavori di Tina Sgrò e Salvatore Alessi; poche tinte, ma carica di gestualità la prima e ricco di colore e di tensione il secondo, trasmettono entrambi l’energia di un territorio che va oltre il carattere, ma che individua uno stato esistenziale che ci accomuna tutti. Tina Sgrò nasce a Reggio Calabria nel 1972, dove consegue gli studi accademici e inizia il suo percorso artistico ed espositivo; vincitrice del Premio Arte Mondadori nel 2006. Sue opere sono nella sede della Corte dei Conti di Potenza e nella sede della Questura di Grosseto grazie all’aggiudicazione dei rispettivi concorsi. Partecipa alla 54° Biennale di Venezia, Padiglione Italia / Calabria presso Villa Zerbi a Reggio Calabria.

La sua cura nel selezionare gallerie di prim’ordine, la porta ad esporre con mostre personali in alcune delle più importanti d’Italia. Nelle dieci opere in mostra, Tina Sgrò ci narra le sue storie; fatte di oggetti e di ambienti classici, di interni dove la presenza dell’individuo non è figurativa, ma poetica, dove i ricordi sono costruiti dal fruitore, con loro forma e significato. La presenza dell’essere umano, non è tangibile con la figura, bensì grazie alla costruzione mentale ed emozionale del fruitore, sono gli oggetti e gli ambienti a ricordarci la sua presenza e a farci riflettere su chi è passato da quei luoghi o su un azione compiuta da qualcun altro. Le tracce della memoria, sono tangibili grazie alla luce che irrompe con forza e ne crea forma, aspetto e direzione; il suo segno pittorico, nervoso e gestuale e la personale tavolozza sempre monocroma, è modellata dai bianchi incandescenti e dalle ombre scure e si arricchisce con un elemento in evidenza definito con tinta di contrasto a quella dominante.

L’ignoto prevale, le mete lontane, sfocate nella materia, sembrano irraggiungibili e devono esserlo per poter avere un obiettivo lontano, difficile da raggiungere e offrire stimoli maggiori a dare il meglio di sé. In questo, Tina Sgrò si rivede e ne usa l’energia per affrontare la vita e la sua esigenza nel dipingere, raccontando l’essenziale poetico che è in ognuno di noi e volendolo raffrontare nel contrastato mondo contemporaneo. Salvatore Alessi, nasce nel 1974 a San Cataldo nel cuore della Sicilia, in quell’entroterra aspro, fatto di terra e fuoco, di roccia e di sole, dove chi vi nasce e dimora ne prende le sembianze e le caratteristiche, dove il tempo segue ancora il naturale ciclo degli eventi e dove la riflessione introspettiva è possibile grazie ai rapporti umani. Frequenta l’Accademia di Palermo dove si laurea in scenografia e incomincia il suo percorso artistico, lavorando per il teatro Politeama di Palermo e il teatro Massimo di Catania, per poi arrivare al cinema facendo la regia del film “Un uomo nuovo”.

La passione per la pittura lo segue da sempre e questo lo porta a partecipare ad importanti concorsi fino ad essere finalista del Premio Arte e del Premio Lissone. Partecipa a numerose mostre collettive, la sua prima personale é a Roma nel 2011 e da lì una serie di esposizioni in luoghi istituzionali e in gallerie di prestigio, quali la 54°edizione della Biennale di Venezia a Torino presso la “Sala Nervi”, finalista nel 2016 al concorso “Figurativas” in Spagna e al Premio Combat, ma è negli Stati Uniti che trova il suo maggior successo con una galleria che lo promuove in tutto il mondo. Nelle dieci opere dell’allestimento, Salvatore Alessi ci fa conoscere la sua ricerca, che parte da una sua necessità: l’istintiva e liberatoria lotta quotidiana con la pittura. Partendo dall’immagine dell’essere umano, egli ne crea un contrasto, quello che trova dentro sé e quello che vede negli altri, la ragione e la sostanza.

La sua cifra stilistica Realista e non Iper, eclettica e statica, dialoga tra diversi linguaggi e sfonda la figurazione con la rarefazione dei pixel a formare il vero messaggio, perché l’opera è in movimento come i frame della pellicola cinematografica. Il suo essere umano è in contrasto con sé stesso e con la società liquida e alienata che ci circonda. Nei soggetti, non è mai sottolineata la fisicità, ma l’espressione; loro non sono i protagonisti, ma lo è la loro essenza. Il messaggio che arriva subito allo spettatore è il contrasto tra la loro sostanza e come si posizionano all’interno della società. La sua forza espressiva, che si fonda nell’oscurità delle tonalità, emerge proprio con il silenzio, con la staticità della quiete; rispecchia moltissimo l’atteggiamento tipico degli uomini siciliani che con il silenzio dicono tante cose.

Su Giovanni Cardone

Saggista, storico dell’arte e critico d’arte, docente di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea presso istituzioni universitarie e di alta formazione.

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