Luca Filippi

Luca Filippi, la mia sensibilità coraggiosa

A tu per tu con Luca Filippi

Classe Z è il film di cui tutti parlano. Un film di Guido Chiesa che parla di giovani e che è appena sbarcato al cinema con un cast ricco di attori: Andrea Pisani, Greta Menchi, Enrico Oetiker, Alice Pagani, Luca Filippi, Armando Quaranta, Francesco Russo, David Zheng, Johnny Zheng, Antonio Catania, Alessandro Preziosi.

Luca Filippi

La classe Z affronta il tema degli ultimi della classe, di quelli che non vincono mai. Luca Filippi è Julian, un giovane alunno solitario. Il giovane attore ha avuto davanti a sè una sfida umana ma anche personale. La Gazzetta dello Spettacolo incontra Luca Filippi e con lui incontra la sua sensibilità disarmante e il coraggio di chi vede la recitazione come una rivincita sulla timidezza.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Luca Filippi. Sei al cinema nel film Classe Z, parlami del tuo personaggio…

Il mio personaggio è Julian, un ragazzo di diciotto anni molto particolare, entra in una nuova classe che ha come alunni gli alunni che creano più disagi. Julian marina sempre la scuola, ed entra a scuola quando gli pare per evitare le interrogazioni. Non parla mai con nessuno, è un ragazzo introverso, silenzioso, molto solo.

E tu invece che alunno eri a liceo?

Luca FilippiIo e Julian abbiamo molti punti in comune. Infatti a liceo, durante il periodo scolastico, ero il ragazzo seduto all’ultimo banco che non voleva parlare con molte persone, non mi mostravo e pur sapendo le risposte non alzavo mai la mano. Pur essendo intelligente, non riuscivo ad interagire. Non ho avuto mai l’abitudine a stare al centro dell’attenzione ed essere il primo della classe!

Quindi la recitazione è una bella sfida per un ragazzo timido come te?

Sì, una bella sfida. Dico sempre che se non fossi balbuziente non avrei mai fatto l’attore. Questo mi ha portato su questa strada. Per me, la recitazione rappresenta libertà e spazio. Ho bisogno di spaziare non solo in posti diversi ma anche in luoghi della mente, del corpo e delle emozioni che abbiamo.

Classe Z cosa rappresenta per Julian?

Classe Z rappresenta per Julian inizialmente un posto angusto, dove non si trova per niente bene. Julian ha sempre vissuto con i nonni, perchè i genitori medici lavorano all’estero e quando suo nonno muore, Julian si isola completamente. Man mano, riesce a scoprire la classe Z che diventa per lui una famiglia vera e propria. Classe Z rappresenta l’amore.

Cosa rappresenta, invece, per te Classe Z?

Per me, Classe Z rappresenta uno dei passi più importanti della mia vita. Ho messo in scena molto di me stesso. Ho già interpretato altri ruoli, ma questo ruolo mi rappresenta molto. Julian all’inizio del film ha dei lati che avrei potuto avere anche io, se non avessi fatto l’attore! Mi sono molto divertito con il resto del cast e con il regista, credo che sia un film divertente.

Quale speri sia il messaggio che arrivi al pubblico che andrà al Cinema?

Classe Z è una rivincita per i ragazzi timidi. Julian si fa valere, trova coraggio per fare cose che non ha mai fatto. Spero che chi andrà a vedere il film al cinema possa pensare: Ecco, posso fare anche io questa cosa! Anche io posso trovare il coraggio.

A chi dedichi il tuo Julian?

Dedico questo personaggio al ragazzo timido che c’è in ogni classe, che sta all’ultimo banco, che non comunica con gli altri non perchè non vuole ma perchè non si sente all’altezza. E invece voglio che ognuno, dopo aver guardato il film, si dica: Io sono all’altezza. Posso spaccare il mondo. Posso saltare ogni ostacolo che mi si presenta davanti.

Luca, presentati ai nostri lettori. Come ti descriveresti?

Ho ancora tanti passi da fare. Mi reputo una persona molto insicura, timida, sensibile. Sono quel tipo di persona che non parla di se stesso, ma che ascolta le persone. Lascio sempre la parola all’altro per sapere cosa pensa e poi dico la mia opinione.

Progetti futuri?

Sarò a teatro con lo spettacolo La prigione a Teatro Due di Parma. E’ diretto da Raffaele Esposito. Un testo molto importante che affronta il tema della prigionia e la tortura. In questo spettacolo si pone la domanda: quanto la tortura è giusta?

C’è un ruolo che sogni di ottenere?

Lo dico sempre, vorrei interpretare il ruolo di un supereroe!

Su Anna Chiara Delle Donne

Redattrice

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