Francesco Patierno

Francesco Patierno racconta Naples ’44

Francesco Patierno racconta la sua Napoli

Naples ’44 è il nuovo progetto di Francesco Patierno: un docufilm ispirato dall’omonimo testo di Norman Lewis. Presentato all’ultimo Festival del cinema di Roma, Naples’ 44 ha sin da subito avuto il consenso della stampa e del pubblico.

Francesco Patierno

La voce narrante del film è quella di Andrea Giannini. La Gazzetta dello Spettacolo incontra il regista Francesco Patierno in un’intervista dove si racconta la Napoli di ieri e di oggi.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Francesco Patierno. É stato presentato da poco il tuo film documentario Naples ’44. Parlaci di questo progetto. Come é nata l’idea? E soprattutto perché?

Tutto è nato circa 2 anni fa, quando mio padre mi raccontò di come fosse scampato per caso a un bombardamento degli americani solamente perché si trovava dal lato giusto della strada. Dopo avermi raccontato questo episodio mi disse che, se volevo sapere come erano andate le cose in quegli anni di guerra, avrei dovuto leggere “Napoli ‘44”. Incuriosito, l’ho letto subito e ho capito che quel libro doveva diventare il mio prossimo film…

Naples ’44 é stato ispirato, appunto, dalla tua lettura del libro di Norman Lewis. Quanto ti ha cambiato quel libro?

Più che cambiarmi, mi ha dato le giuste coordinate per poter capire ancora meglio una realtà complessa come quella della mia città. Da napoletano infatti è sempre difficile trovare quel distacco che aiuta la comprensione di ciò che ti sta davanti agli occhi tutti igiorni.

Ma con il tuo Naples ’44 quale messaggio speri che arrivi al pubblico che verrá al cinema?

Che non esiste nessuna guerra “necessaria”. Le guerre sono orrore, devastazione, sono la perdita dell’umanità.

La voce narrante del film sará quella di Andrea Giannini. Come é stato lavorare con lui?

In realtà il progetto è nato con la voce di Benedict Cumberbatch. Giannini è il protagonista della versione italiana ed è stato molto bravo a interpretare l’essenza dello spirito di Norman Lewis. Sono molto contento del lavoro che ha fatto.

Naples ’44 é stato presentato in anteprima all’ultimo Festival del cinema di Roma. Che sensazioni hai provato?

Io e il produttore Davide Azzolini abbiamo con molta convinzione accettato l’invito a questo festival che è stato splendidamente rinnovato da Antonio Monda. E i fatti ci hanno dato ragione. Le proiezioni, sia quella per la stampa che quelle per il pubblico, sono state un successo e ci hanno fatto capire che Napoli ’44 stava prendendo una bella strada.

Se dovessi raccontare la Napoli di oggi, come la descriveresti?

In realtà Napoli ’44 ha molti punti di contatto con la Napoli di oggi, perciò, come dicevo prima, vederlo (e leggere il libro) può aiutare a capire una città che forse non è mai stata raccontata a 360 gradi.

Ma parliamo di te, Francesco. Chi sei?

Descriviti. Beh, difficile descriversi, posso solo dire che sono napoletano, laureato in architettura, e che da disegnatore di fumetti ha fatto un passaggio nella tridimensionalità del cinema. Sono difficilmente classificabile come persona e penso che lo siano (fortunatamente) anche i film che ho fatto.

L’ultimo film che hai visto e che ti ha fatto piangere?

Più che un film, una serie televisiva: Ray Donovan.

E l’ultimo libro?

“L’ultima estate in città” di Gianfranco Caligarich.

Sogni o progetti futuri di cui vuoi parlarci?

Una serie televisiva di 12 puntate, e un film per il cinema sempre ambientato a Napoli.

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